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«Capisco che parliate di separazione delle carriere, penso sia maturo il tempo per approfondire meglio questo argomento ma bisogna capire come procedono le carriere oggi. Visto cosa abbiamo visto nelle correnti della magistratura, dire che un unico magistrato è responsabile unico di cosa e accaduto nel Csm è una impostazione ipocrita e farisaica». A dirlo è Matteo Renzi, intervenuto ieri al dibattito on line delle Camere penali sulla giustizia. Il leader di Italia Viva ha evidenziato la «assoluta necessità» della classe politica di fare i conti con lo stato della Giustizia, per mettere al centro dell’agenda non soltanto una riforma, ma anche «una seria verifica di ciò che abbiamo fatto», analizzando luci e ombre di una cultura giuridica sfociata nel panpenalismo. Ora o mai più, dice Renzi, secondo cui l’opinione pubblica ha finalmente aperto gli occhi sulle storture di una concezione idealizzata della magistratura. «Dopo decenni finalmente è chiaro per tante dinamiche che non è più vero l’assioma che ha caratterizzato un ventennio di vita repubblicana, per cui l’avviso di garanzia era una sentenza di colpevolezza e chi vi era raggiunto doveva dimettersi, anche da cittadino - sottolinea -. Durante Tangentopoli la stampa era monodirezionale. Erano rarissimi i commentatori che avevano la forza di dire “guardate che c’è lo stato di diritto”. A questo la politica ha reagito in modo sguaiato e scoordinato, con la sinistra che ha giocato di sponda con alcune procure e la destra che immaginavano riforme ad personam», aggiunge. «Il tempo è maturo per una riflessione: il mondo è cambiato, l’opinione pubblica ha compreso come non si possa accettare come verità una ipotesi di indagine. Dall'altro c’è una divisione della magistratura che mi preoccupa, non mi fa piacere, credo sia maturo il tempo di approfondire meglio l’argomento della separazione delle carriere e vedere come procedono oggi le carriere», aggiunge.La discussione sulla Giustizia non potrà, però, non partire da un elemento oggettivo: la crisi economica causata dalla pandemia. Cosa succederà quando l’emergenza sarà finita? «Aumenteranno le procedure per bancarotta fraudolenta di aziende che non ce la faranno. Ci saranno macerie. Abbiamo fatto processo di depenalizzazione importante - spiega -, ma abbiamo aumentato anche i limiti per alcuni reati e oggi si rischia molto di più con un reato fiscale che non con un atto contro la persona». Renzi dà dunque la disponibilità di Italia Viva ad avviare una discussione, in seno al governo, «sui danni che una cattiva giustizia fa sulle imprese», un argomento che Renzi ha intenzione di affrontare nei prossimi mesi, nel momento in cui si dovrà scrivere il nuovo contratto fra le forze di maggioranza. «Non propongo guerre sante, non alimento tensioni ideologiche, non apro allo scontro tra politica e magistratura - conclude -, ma nel contratto di governo Italia Viva si impegna a proporre un approfondimento delle questioni per togliere dal piatto ogni tipo di diatriba ideologica, per capire cosa si può migliorare. Si è distrutto realtà importanti dal punto di vista economico solo con l’apertura delle indagini e c’è una crisi economica che ci impone di guardare a questi temi con sguardo laico».