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Il tanto atteso parere dell’Avvocatura dello Stato sulla permanenza di Piercamillo Davigo al Consiglio superiore della magistratura anche quando sarà andato in pensione è, dunque, negativo. La notizia, non smentita, è stata data questa settimana dal quotidiano La Stampa. Il parere era arrivato a Palazzo dei Marescialli nella giornata di venerdì scorso ed era stato immediatamente “secretato” dal vice presidente del Csm David Ermini. Il parere, desecreatato, verrà discusso lunedì prossimo dalla Commissione verifica titoli. Successivamente sarà la volta del Plenum.
La data è già in calendario: 14 ottobre. E’ l’ultimo Plenum disponibile prima del 20 ottobre, giorno in cui Davigo compirà settanta anni e sarà collocato a riposo per sopraggiunti limiti di età. Era stata la Commissione verifica titoli, in quell’occasione presieduta dalla togata di Magistratura indipendente Loredana Miccichè, a voler interessare della questione l’Avvocatura dello Stato.
La decisione era avvenuta a maggioranza in quanto il laico pentastellato Alberto Maria Benedetti aveva deciso di astenersi, non concordando sull’opportunità di chiedere all’esterno un parere che poteva essere fornito dall’Ufficio studi di piazza Indipendenza. La presidente Miccichè a tale osservazione aveva risposto ricordando che in caso di contenzioso amministrativo l’Avvocatura dello Stato difende "ex lege" l’operato del Csm. Data la delicatezza della questione, il rischio ricorsi è altissimo. Sia da parte di Davigo in caso dovesse essere dichiarato decaduto, o da parte del primo dei non eletti, il giudice di Cassazione Carmelo Celentano, all’epoca candidato nelle liste di Unicost. Il voto avverrà a scrutino segreto. Considerati gli equilibri fra le correnti e i consiglieri laici, il destino di Davigo è nelle mani dei vertici della Corte di Cassazione, il primo presidente Pietro Curzio ed il procuratore generale Riccardo Fuzio, e del vice presidente del Csm David Ermini.
Non essendoci in passato casi analoghi, il voto su Davigo creerà un precedente. In caso dovesse passare la tesi favorevole alla permanenza di Davigo, in futuro il Csm potrebbe essere composto anche da tutti magistrati in pensione. Sarebbe sufficiente essere in servizio fino al momento dell’elezione.