Imprevisto alla Corte di Appello di Torino dove era in programma il processo Eternit bis per i due casi di morti di amianto nello stabilimento di Cavagnolo. Da quanto si apprende, la chiavetta usb contenente il materiale del processo di primo grado, non si è aperta e i giudici non hanno potuto visionare il materiale che era comunque stato consegnato regolarmente in precedenza. «Siamo mortificate - spiegano le giudici - ma quando siamo andate a cercare un certo passaggio di una consulenza tecnica non abbiamo trovato nulla. È come se la chiavetta fosse vuota o danneggiata». La Procura ora darà alla Corte una nuova chiavetta usb contenente il materiale mentre ludienza, che sarebbe andata a sentenza, è stata rinviata a fine novembre. Alla sbarra limprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, accusato della morte per amianto di un ex lavoratore e di un residente a Cavagnolo, nel torinese, dove si trovava uno stabilimento Eternit. In primo grado nel 2019 il miliardario svizzero era stato condannato a 4 anni: il procuratore generale Carlo Maria Pellicano aveva chiesto la conferma della condanna in Appello.