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In attesa che, dopo lo stop per le elezioni amministrative, riprenda in Senato il confronto sulla riforma della prescrizione, un interessante dibattito sul punto si è aperto in questi giorni allinterno della magistratura associata.La discussione, veicolata al momento anche attraverso la mailing list dellAnm, ha messo in luce posizioni alquanto diverse fra loro. Segno evidente che lemendamento presentato dal senatore Dem e già pubblico ministero Felice Casson non ha raccolto, come invece ci si sarebbe aspettato, unanimi consensi fra le toghe. Prevedere il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, dando vita di fatto al processo penale senza fine, non è per molti magistrati la soluzione migliore ai mali della giustizia.Fra gli interventi più apprezzati va segnalato quello del procuratore di Viterbo Paolo Auriemma.In un lungo post, Auriemma ha voluto sottolineare come listituto della prescrizione sia uno dei pilastri del sistema giudiziario italiano perché pone luomo al centro, un uomo che cambia e che non è più lo stesso a distanza di anni. Forte della sua esperienza nel settore dellesecuzione penale, Auriemma ha evidenziato quanto sia doloroso emettere ordini di carcerazione nei confronti di soggetti che hanno radicalmente cambiato la propria vita e che, anni prima, erano dediti a reati. Ma non solo, continua il procuratore, restringere la libertà di colui che oggi ha un lavoro e una famiglia per fargli patire una pena per fatti remoti sembra, in tanti casi, illogico ed inumano.Parole che suonano come musica per chiunque abbia ancora ben a mente lart. 27 della Costituzione. Ma il procuratore Auriemma si spinge oltre. Mettendo in luce quelle che potrebbero essere le conseguenze del processo sine die sulla magistratura. Se infatti ciò che serve alla giustizia penale è di funzionare e giungere ad eque sentenze e non di dilatare ancor i tempi della risposta, nel caso entrasse in vigore questa riforma della prescrizione, iniziando oggi un processo si avrà il cinquanta per cento delle possibilità che il magistrato che lo gestirà andrà in pensione prima che sia terminato. Concetto riassumibile nellefficace slogan "la tua corruzione manda in pensione il tuo giudice".Anche lex Presidente dellAnm Rodolfo Sabelli è voluto intervenire nella discussione affermando che il dibattito pubblico sulla riforma del processo penale è alquanto deprimente. Concentrare lattenzione sulla prescrizione del reato di corruzione, che oltretutto oggi prevede pene che hanno aumentato non poco quel termine, è un modo furbo per eludere i problemi generali del processo penale. Condividendo in larga parte le opinioni di Auriemma, Sabelli ha posto laccento sul fatto che lattuale disciplina della prescrizione, venuta fuori dal pasticcio della ex Cirielli, vada modificata attraverso robuste riforme processuali, perché il principio della ragionevole durata del processo di rilievo costituzionale al pari del principio del contraddittorio non resti una vana enunciazione, da invocare solo ai fini della responsabilità del magistrato.Tranchant la risposta del Giudice del Tribunale di Roma Nicola Saracino ai sostenitori dellemendamento Casson: auguro ai sostenitori dellallungamento della prescrizione di patire unergastolino processuale. La vita umana deve essere rispettata, anche e soprattutto nei confronti delpotere statuale. Lunico effetto positivo dellimprescrittibilità e che molta fuffa che si agita nei tribunali si rivelerebbe per quello che è. Con la proposta di accompagnare questa innovazione con la retrocessione in carriera dei pm da conferenza stampa balneare. Più chiaro di cosi.