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L’Associazione magistrati a un certo punto si è vista travolta da un’incombenza importante ma certo non esclusiva: esprimere pareri sulle scelte del legislatore. È per questo che poco meno di un anno fa il “sindacato” dei giudici ha deciso di dotarsi di commissioni di studio, istituite anche per valutare le proposte di nuove leggi. Da uno di questi organismi arriverà a breve «un parere articolato sul ddl di riforma del processo penale», spiega il vicepresidente dell’Anm Luca Poniz. Giusto in tempo per la ripresa dei lavori al Senato e per chiarire una volta per tutte «la critica molto forte sulla norma che prevede l’avocazione obbligatoria da parte della Procura generale nei casi in cui la Procura ordinaria non eserciti l’azione penale entro tre mesi: una previsione sbagliata. Lo abbiamo già detto, lo ribadiremo nell’auspicio di essere ascoltati». Poniz, che al vertice dell’Anm rappresenta la magistratura progressista di “Area” e che è sostituto procuratore a Milano, ne parla con tono nello stesso tempo pacato e deciso.
Avete trovato difficoltà nell’interlocuzione con il governo e il ministro della Giustizia?
I governi sono stati due, anche se c’è continuità nella figura del ministro della Giustizia. E anche all’inaugurazione dell’Anno giudiziario a Milano il presidente dell’Anm ha riconosciuto al guardasigilli la capacità di volare alto. Aggiungo che i magistrati hanno condiviso diverse sue iniziative: l’attenzione ai diritti, i provvedimenti necessari e giusti per i detenuti, il lavoro compiuto sui circondari e nella ricerca di soluzioni che favorissero l’efficienza. E proprio alla luce di tutto questo che altre cose, assai meno condivisibili, sono sorprendenti.
Facciamo l’elenco.
No, prendiamo in considerazione un fatto ben preciso: il decreto dell’agosto scorso che è intervenuto tra l’altro sul trattenimento in servizio di alcuni magistrati. Una provvedimento che nessuno ha difeso, se non d’ufficio, e che, mi consenta di aggiungere, contiene un uso sorprendente di atti normativi tutt’altro che connotati nel senso della generalità e dell’astrattezza, come dovrebbe essere, ma in modo così specifico da sembrare provvedimenti amministrativi.
A un certo punto era sembrato che a quel decreto si potesse porre rimedio.
Siamo stati convocati a Palazzo Chigi dopo che il decreto era già stato convertito in legge con la fiducia. Noi non ci siamo posti in modo pregiudizialmente ostile, premier e ministro hanno preso degli impegni che poi, ci ha detto Orlando, non è stato possibile mantenere per il cambio al vertice dell’esecutivo. Ecco, non mi piacciono le generalizzazioni ma questo è altri aspetti hanno reso difficile il dialogo.
Al punto che il comitato direttivo dell’Anm convocato per il 18 febbraio potrebbe decidere per uno sciopero bianco?
Non posso e non voglio rispondere: come giunta esercitiamo una funzione di rappresentanza e non possiamo anticipare gli orientamenti che dovranno essere espressi dagli altri colleghi nel comitato direttivo centrale. Ritengo che abbiamo scritto una pagina importante con la linea assunta all’inaugurazione dell’Anno giudiziario, una scelta simbolica e nello stesso tempo commisurata a quanto era accaduto.
E il 18 potreste trovarvi a trarre le conclusioni anche rispetto a un’eventuale mancata modifica della norma sull’avocazione obbligatoria, contenuta nel ddl penale e all’esame del Senato proprio in quei giorni.
Noi a breve consegneremo a governo e Parlamento il parere della nostra commissione. Una mancata attenzione ai nostri rilievi sarebbe forse il dato più sorprendente di tutti. O ci convincono che quella norma è miracolosa, ma dubito possano riuscirci, o consegneremo la nostra ferma risposta. Deciderà la nostra associazione. Offriamo sempre in anticipo le osservazioni sui provvedimenti. E non credo che le nostre reazioni possano essere considerate scomposte.
Giudica inadeguata, nel suo complesso, la riforma penale?
Abbiamo già chiarito una valutazione che aveva suscitato sorpresa nel governo, in particolare quella frase con cui il presidente Davigo aveva parlato di una riforma ‘ inutile se non dannosa’. Il disegno di legge è molto ampio e contiene anche parti a nostro giudizio condivisibili. Il giudizio negativo riguardava alcuni aspetti, in particolare la ricordata norma sull’avocazione obbligatoria. La consideriamo sbagliata perché introduce un controllo gerarchico della Procura generale da tempo scomparso e soprattutto perché va nel senso opposto a quello, dichiarato, di voler rafforzare l’effettività dell’azione penale: la Procura generale ha un organico inferiore, non dispone di una polizia giudiziaria propria e a mala pena riesce a svolgere le funzioni che le sono attribuite.
Il giudice di Milano Guido Salvini ha detto in un’intervista al “Dubbio” che i problemi di organico si risolvono eliminando gli incarichi fuori ruolo dei magistrati: è d’accordo?
Non ho letto l’intervista e in ogni caso su un tema simile rispondo in base a un’opinione personale, non da vicepresidente dell’Anm. Da tempo molte componenti dell’Associazione ritengono si debba rivedere la disciplina dei fuori ruolo, personalmente credo che gli incarichi dovrebbero limitarsi a quelli strettamente collegati con la giurisdizione, con organi di rilievo costituzionale o sovranazionale. Soprattutto perché quando si è collocati fuori ruolo ci si può allontanare dall’abitudine al ragionamento che ha il magistrato impegnato nella giurisdizione, e avvicinarsi a un approccio più politico.
Da ultimo, il rafforzarsi di “Area” come vero e proprio gruppo associativo porterà davvero a uno scioglimento di Magistratura democratica, da cui lei proviene?
La segretaria generale ha già ben risposto. Md ha fatto un congresso a novembre e ha escluso di volersi sciogliere: ha deciso così non in conflitto con ‘Area’ ma nella logica di un suo rafforzamento. Certo, è mutato il mondo ed è mutata la magistratura, e oggi più che su un superamento di Md si deve riflettere su un ripensamento di linguaggi e contenuti della magistratura progressista, e dunque di Md che ne è espressione. Soprattutto sulla priorità dell’attenzione ai diritti, alla giurisdizione come servizio. Tutte ragioni che a loro volta rendono necessaria l’idea di una magistratura progressista. Il congresso di ‘Area’ che si terrà a Napoli costituirà una verifica importante. Certo è che a me non interessa sapere se Md esisterà ma che le ragioni per cui è esistita ed esiste vengano trasferite e restino patrimonio dei gruppi in cui mi riconoscerò.