Diverse carceri italiane presentano schermature in plexiglass alle finestre delle celle, impedendo un adeguato ricambio d’aria. Questa situazione crea un ambiente malsano, con un aumento di anidride carbonica, diossido di azoto, batteri e virus, oltre al cancerogeno gas radon. La mancanza di aerazione, soprattutto durante l’estate, rende le condizioni di detenzione inaccettabili. La gravità di questa problematica ha spinto l’avvocato Luca Muglia, Garante regionale delle persone private della libertà della Calabria, a rivolgersi alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, presieduta dall’on. Stefania Pucciarelli.

In un’audizione davanti alla Terza Commissione “Sanità, Attività sociali, culturali e formative” del Consiglio regionale, il Garante Muglia ha presentato la Relazione semestrale 2024, aggiornata al 31 luglio. Il Garante ha fatto il punto sugli interventi della Regione Calabria in materia penitenziaria negli ultimi due anni, inclusi cabine di regia degli assessorati, tavoli tecnici sulla sanità e provvedimenti normativi. Ha inoltre illustrato le iniziative realizzate dall’Ufficio del Garante, concentrandosi poi sulle principali lacune del sistema penitenziario calabrese. Nei giorni successivi, Muglia ha rivolto un appello alla stessa Commissione. Il Garante ha denunciato la presenza di schermature in plexiglass sulle sbarre delle finestre delle camere detentive in alcune sezioni delle Case circondariali di Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Questa situazione era già stata segnalata più volte al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ( DAP), evidenziando le palesi violazioni di alcune norme dell’Ordinamento penitenziario.

Il Garante Muglia ha sottolineato l’importanza di questi atti istituzionali: «L’audizione davanti alla Terza Commissione del Consiglio regionale aveva una duplice finalità: illustrare il contenuto della Relazione semestrale 2024 e richiedere l’intervento della Commissione affinché solleciti una presa di posizione della Regione Calabria». L’obiettivo è ottenere una maggiore attenzione dalle autorità nazionali sulla situazione penitenziaria calabrese e l’adozione di provvedimenti urgenti riguardanti il sovraffollamento, le condizioni strutturali degli istituti e le carenze di organici. Riguardo alla segnalazione alla Commissione del Senato, Muglia ha espresso la speranza di un intervento tempestivo ed efficace, rilevando una possibile violazione dei diritti umani fondamentali.

Il Garante ha evidenziato che le schermature in plexiglass hanno causato un aumento eccessivo delle temperature nelle camere detentive durante l’estate. Ha ricordato che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto la sussistenza di trattamenti disumani e degradanti e la violazione dell’articolo 3 della Convenzione in casi simili, caratterizzati da mancanza di aria e luce naturale, cattiva aerazione, temperature inadeguate e scarse condizioni igienico- sanitarie. L’intervento del Garante regionale mira a catalizzare l’attenzione delle istituzioni sulla critica situazione carceraria in Calabria, sollecitando azioni concrete per migliorare le condizioni di detenzione e garantire il rispetto dei diritti umani fondamentali. E lo fa puntando l’attenzione principalmente all’utilizzo delle schermature in plexiglass, ma che riguardano tante altre carceri sparse nel nostro Paese.