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ingiusta detenzione
Giovedì scorso si è celebrata la prima udienza preliminare per decidere il rinvio a giudizio dei cinque poliziotti più un medico operanti nel carcere di San Gimignano. I sei sono coinvolti nella vicenda del presunto pestaggio a un detenuto - il reato contestato è quello di tortura - che poi, secondo ricostruzioni, venne lasciato in una cella ferito e svenuto.
Gli agenti avrebbero abusato dei poteri o comunque violato i doveri inerenti alla funzione o al servizio svolto, con il pretesto di dover trasferire coattivamente il detenuto tunisino in isolamento da una cella ad un'altra, con minaccia grave, violenza e «agendo - si legge nell'ordinanza - con crudeltà e al solo scopo di intimidazione nei confronti del medesimo e degli altri detenuti in isolamento, cagionavano a quest'ultimo acute sofferenze fisiche e lo sottoponevano ad un trattamento inumano e degradante».
Il fatto sarebbe - come riportato in esclusiva sul Dubbio su segnalazione dell'associazione Yairaiha Onlus - avvenuto l' 11 ottobre del 2018. Il malcapitato è un tunisino, classe 1988, condannato - non in via definitiva a un anno di pena da scontare. In realtà è finito in custodia cautelare in carcere, perché aveva trasgredito alle misure domiciliari.
Durante l’udienza preliminare sono state accolte le costituzioni di parte civile. C’è il garante nazionale delle persone private della libertà, nella persona del legale rappresentante Mauro Palma, assistito dall’avvocato Michele Passione del foro di Firenze. Si è costituita parte civile anche l’associazione L’Altro Diritto, nella qualità di garante locale del carcere e rappresentato da Sofia Ciuffoletti. Parte civile anche colui che è stato vittima del presunto pestaggio e assistito dall’avvocata Raffaella Nardone del foro di La Spezia. Si è costituito parte civile anche uno dei detenuti testimoni dell’accaduto assistito dall’avvocata Caterina Calia del foro di Roma. Non manca l’associazione Yairaiha Onlus, rappresentata da Sandra Berardi e assistita dall’avvocata Simonetta Crisci del foro di Roma. C’è anche l’associazione Antigone, nella persona del presidente Patrizio Gonnella, assistita dall’avvocata Simona Filippi del foro di Roma.
Lo svolgimento dell’udienza preliminare si svolgerà in più fasi. Soprattutto perché alcuni rappresentati delle parti civili hanno chiesto è ottenuto la citazione del responsabile civile, sia del ministero della Giustizia che della Salute. La citazione di quest’ultimo ministero è dovuto dal fatto che come imputato c’è un medico, il quale però ha chiesto l’abbreviato. Le posizioni quindi sono momentaneamente separate, anche se con molta probabilità potrebbero essere riunite il giorno che si dovrebbe concludere l’udienza preliminare, ovvero a fine dicembre. La prossima udienza è stata fissata per il 15 ottobre.