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Non ci fu tortura nel carcere di Sollicciano a Firenze, lo ha deciso la gup Silvia Romeo che ha derubricato l’accusa contestata dalla procura in lesioni aggravate e ha inflitto, con il rito abbreviato, condanne a fino a 3 anni e 6 mesi a un’ispettrice della Polizia penitenziaria e ad altri otto agenti per i pestaggi avvenuti nell’istituto tra il 2018 e il 2020.
Assolto un altro agente, che aveva chiesto l’abbreviato, e prosciolti due medici in servizio nel carcere, accusati di aver raccontato un’altra versione su due detenuti aggrediti. La procura aveva chiesto 8 anni per l’ispettrice, ritenendola l’istigatrice dei pestaggi, e tra 1 e 7 anni per gli altri imputati. L’inchiesta esplose nel gennaio 2020, con l’arresto dell’ispettrice, di un agente e di un assistente capo.
Per altri sei agenti, scattarono le misure interdittive. Al centro dell’inchiesta, tre presunti pestaggi, avvenuti tra il 2018 e il 2020. Nell’ufficio dell’ispettrice sarebbe avvenuto il più violento degli episodi contestati, vittima un detenuto marocchino, colpevole di aver protestato insultando un agente.
L’uomo sarebbe stato portato nell’ufficio e poi, davanti all’ispettrice, picchiato da sette agenti con pugni e calci fino a lasciarlo a terra senza fiato e procurandogli la frattura di due costole. Prima di essere portato in infermeria, sarebbe stato inoltre condotto in una stanza di isolamento, costretto a togliersi i vestiti e lasciato nudo per alcuni minuti per umiliarlo.
Nell’inchiesta erano coinvolti anche due medici della Asl Toscana Centro in servizio nel carcere, accusati di falso materiale e commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, di omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e di favoreggiamento. Da ribadire che i due sanitari sono stati prosciolti.