La Camera Penale di Pescara ha proclamato l' astensione collettiva dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nei giorni 18, 19 e 20 marzo 2025 . La decisione, sancita dalla delibera del 24 febbraio scorso, rappresenta una netta presa di posizione degli avvocati penalisti sulla drammatica situazione della Casa Circondariale di Pescara. Il sovraffollamento, le carenze strutturali e il recente suicidio di un detenuto hanno reso insostenibili le condizioni della struttura, portando alla protesta organizzata.

Il Consiglio direttivo della Camera Penale, presieduto dall'avvocato Massimo Galasso, ha sottolineato l'urgenza di un intervento istituzionale per fronteggiare l'emergenza umanitaria all'interno del carcere pescarese. Con una capienza regolamentare di 276 posti, la struttura ospitava fino al 17 febbraio scorso circa 450 detenuti. Dopo il tragico suicidio di un recluso , una violenta rivolta ha aggravato ulteriormente la situazione, costringendo al trasferimento di 60 detenuti e rendendo inagibile un'area della casa circondariale.

«La nostra protesta - spiega il presidente del Consiglio direttivo della Camera penale pescares - è concreta e si legale al benessere dei detenuti. Non entriamo nelle questioni politiche relative alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere, lasciando questa battaglia all'Unione delle Camere Penali Italiane. Tuttavia, chi si preoccupa della Costituzione dovrebbe anche preoccuparsi dei diritti dei detenuti. La situazione del carcere di Pescara è critica: sovraffollamento, carenza di personale di Polizia penitenziaria, condizioni inumane e assenza di interventi strutturali . Abbiamo denunciato tutto questo nella nostra delibera».

Il presidente Galasso ha poi evidenziato le difficoltà che hanno gli avvocati per accedere ai colloqui con i propri assistiti. Un problema già segnalato alla Direzione della Casa circondariale senza ottenere risposte concrete. Facendo riferimento alla protesta dell'Associazione Nazionale Magistrati che ha scioperato per opporsi alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e richiedenti, la Camera Penale di Pescara ha sottolineato la necessità di un impegno trasversale sui diritti fondamentali. «Abbiamo assistito a proteste per la difesa della Costituzione, ma chi si batte per i diritti dei detenuti? La situazione delle carceri in Italia è un problema di carattere nazionale e necessita di interventi immediati da parte del governo e della politica tutta. Il nostro sciopero non ha colori politici, è una battaglia di civiltà », ha affermato l'avvocato Galasso.

Nella delibera si chiede alla Direzione del carcere di istituire un tavolo permanente con la partecipazione della Camera Penale, dei magistrati di Sorveglianza, del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e delle istituzioni forensi. L'obiettivo è quello di trovare soluzioni concrete per migliorare le condizioni di protezione e garantire il rispetto dei diritti umani.

L'astensione dalle udienze dei penalisti si accompagnerà a una serie di manifestazioni per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla grave situazione della Casa Circondariale di Pescara . La battaglia per la dignità dei detenuti continua.