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Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, propone «il sorteggio temperato» perché «è fondamentale un elemento di sorpresa nel meccanismo. L’idea è che prima si verifica la presenza dei requisiti, poi si procede al sorteggio che definirà un paniere di candidati, e alla fine si vota su quelli. Il tema è recidere il vincolo di gratitudine che esiste tra correnti e magistrato e condiziona la sua esperienza». Per questo motivo, aggiunge Giulia Bongiorno, «è necessario un reale cambiamento. La degenerazione del correntismo ha conseguenze gravi, infonde sfiducia nei cittadini e non rende merito a moltissimi magistrati per bene» afferma al Corriere della Sera.
«La crisi della magistratura è sfociata persino in una guerra intestina. Se prima si parlava della guerra tra politici e magistrati, oggi il conflitto è interno: ha visto lo scontro tra Consiglio di Stato e Csm? E non ha idea di quanti siano i magistrati indagati. Dunque, non è il momento di ritocchi. La casa del Csm non va puntellata ma abbattuta e ricostruita» anche perché «partiamo da un presupposto: è il momento più buio per la magistratura», dice la senatrice della Lega. Ma perchè un referendum se c’è già la riforma? Risponde Giulia Bongiorno: «Possono procedere in parallelo. Ma noi con i referendum vorremmo arrivare ad una vera separazione delle carriere dei magistrati e affrontare temi neppure sfiorati come il contrasto all’abuso delle misure cautelari o la responsabilità civile dei magistrati», rivela l’avvocato-senatrice al giornale di via Solferino.