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carcere di Parma
Martedì scorso, presso l’Ufficio della Procura di Parma, il garante locale dei detenuti Roberto Cavalieri del carcere di Parma e il procuratore Alfonso D'Avino, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa riguardante la gestione di profili di eventuale criticità nelle condizioni detentive presso gli Istituti penitenziari di Parma. All’esito di incontri preliminari, è apparsa opportuna la redazione di un protocollo di intesa per disciplinare le relazioni reciproche, affinché, nell’ambito e nei limiti delle rispettive competenze, la Procura, da un lato -, ed il Garante, dall’altro -, possano contribuire al miglioramento dei rapporti tra la popolazione carceraria e l’amministrazione della giustizia, individuando possibili criticità nella gestione dei detenuti e corrispondenti soluzioni migliorative. Due sono gli articoli sottoscritti che riguardano un reciproco impegno. La procura assicura cura e attenzione nella valutazione del contenuto delle memorie, istanze, missive , provenienti dalle persone ristrette presso gli Istituti di Parma, aventi ad oggetto doglianze sulle condizioni di vita detentiva, sulla qualità dell’assistenza sanitaria, su eventuali rapporti conflittuali all'interno delle strutture. A tal fine, come espressamente previsto nel progetto organizzativo della Procura, «tutte le doglianze del detenuto in merito a condizioni/situazioni all’interno del carcere – si legge nel protocollo d’intesa - vengono trattate direttamente dal Procuratore, in considerazione della delicatezza delle questioni sottese e della circostanza che tali questioni potrebbero avere rilevanza di carattere generale». Si legge ancora che la Procura si impegna ad approfondire le tematiche esposte nelle missive dei detenuti. Dei provvedimenti di definizione dei fascicoli instaurati, la Procura prende l’impegno di dare comunicazione al Garante mediante trasmissione via mail del provvedimento stesso, nell'ottica di dare conto dell’attenzione palesata alle istanze, e -in casi di particolare rilevanza- valuta l’opportunità di trasmettere copia del provvedimento direttamente all’interessato (per il tramite del Comando della Polizia penitenziaria) e/o alla Direzione degli Istituti penitenziari, in vista dell'adozione di eventuali provvedimenti di competenza, qualora le doglianze -pur non riferibili a fatti costituenti reati- siano riconducibili ad aspetti organizzativi o di altra natura, suscettibili di miglioramento. La Procura trasmette al Garante locale Cavalieri, per opportuna conoscenza, copia degli atti di esercizio dell’azione penale nei confronti di persone ristrette, relativi a reati commessi in ambito penitenziario ai danni di altri detenuti o del personale della Polizia penitenziaria.Per quanto riguarda l’impegno del Garante di Parma, egli mantiene il raccordo tra le persone detenute presso gli Istituti penitenziari di Parma e la Procura. Può farsi portavoce, presso la Procura, di istanze, memorie, doglianze delle persone detenute. Non solo. Quando ciò appaia necessario o opportuno, può contribuire ad illustrare alle persone detenute i provvedimenti adottati dalla Procura. Potrà, inoltre, trasmettere alla Procura le decisioni della Magistratura di Sorveglianza e della Amministrazione penitenziaria che possano concorrere alla conoscenza delle indicazioni e obblighi, tanto verso la Direzione degli Istituti penitenziari che della popolazione detenuta, che incidono sulla gestione dei reclusi e sui loro diritti. Per quanto invece attiene le condizioni di detenzione o reclami promossi da detenuti al 41 bi., si coordinerà con il Garante nazionale che, a sua volta, coopera all’attuazione del presente protocollo inviando, ove necessario, informazioni alla Procura relativamente a detenuti al 41 bis.