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«Al lodo sulla prescrizione, che è solo l’apripista per una sessione parlamentare sulla giustizia hanno concorso in maniera determinante tre attori indipendenti: i giuristi, la magistratura e l’avvocatura». Parola di Conte, Federico Conte, il deputato di Liberi e uguali autore del "famigerato" lodo intorno al quale il governo si è scontrato. Longo in una nota sollecita: «Renzi non continui a parlare a sproposito di costituzionalità e tecnicismi. Ci aiuti a mediare e non ad estremizzare, senza dare lezioni di garantismo a chi lo pratica quotidianamente». Il parlamentare di Leu quindi prosegue: «Ora via tatticismi e polemiche, si vada oltre, prosegue Conte. Al ’lodò per l’attuazione della giustizia formale segua quello per la giustizia sostanziale. Facciamo del lodo un metodo per la riforma della giustizia sociale che riguarda in particolare il lavoro, il Mezzogiorno e le periferie. Per le quali, si impone, senza indugi, una scelta di sistema per gli investimenti, il salario minimo e un’autonomia differenziata che abbia al centro non le regioni ma le autonomie locali e le città». La replica di Mascherin (Cnf) “Premesso che il Consiglio Nazionale Forense non ha partecipato alla stesura del cosiddetto "Lodo Conte", non sappiamo a quale avvocatura faccia riferimento l’onorevole Federico Conte quando parla del lodo sulla prescrizione. Piuttosto è a questo punto necessario e urgente che sia convocato al più presto il tavolo tecnico con avvocati e magistrati”, ha fatto sapere il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin.