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A seguito dell'affermazione del Ministro della Giustizia Bonafade, secondo il quale "non ci sono innocenti in carcere", il Partito radicale ha organizzato ieri una Giornata sugli Errori Giudiziari. L’evento dal titolo “Anche gli innocenti vanno in carcere” è stata l’occasione per presentare la Proposta di Legge, promossa dal Partito e sottoposta all'attenzione di tutti i capigruppo, per indire la giornata nazionale delle vittime degli errori giudiziari per il 17 giugno, anniversario dell’arresto di Enzo Tortora. Per ora hanno risposto positivamente Forza Italia, Lega e Italia Viva. Il Partito Democratico invece, nonostante numerosi solleciti alla segreteria del capogruppo Delrio, non si è reso al momento disponibile a sostenere la proposta di legge. Ad aprire la conferenza Maurizio Turco, Segretario del Partito Radicale: “questa iniziativa si inserisce nella lotta per la giustizia giusta iniziata con Enzo Tortora. Da allora sono pochi i magistrati che pagano per gli errori commessi”. Ha moderato poi Irene Teste, tesoriera del Partito: “abbiamo scelto di far raccontare le storie direttamente dai protagonisti per far dire loro cosa significhi perdere mesi e anni in carcere da innocenti, cosa significhi l’infamia di finire sui giornali ed essere dipinti come mostri. Se è vero che Bonafede – ha proseguito Testa - è stato mal interpretato, credo allora che il Ministro, dopo aver detto di aver avviato un capillare monitoraggio delle ingiuste detenzioni, possa fare di più e con il Movimento 5 Stelle può adoperarsi per far sì che la proposta diventi legge entro il 17 giugno”. Prima firmataria della proposta di legge è Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera: “grazie al Partito Radicale che è sempre in prima linea per queste battaglie. I giornali sono pieni di storie simili a quelle raccontate oggi. Dal 1992 ci sono circa 1000 casi accertati all’anno di vittime di malagiustizia, tre al giorno, uno ogni 8 ore. Lo Stato ha già speso più di 740 milioni di euro in risarcimenti, e il conto continua a crescere di circa 8100 euro al giorno. La battaglia che portiamo davanti è battaglia di libertà che va combattuta in maniera trasversale. Dobbiamo lottare contro il populismo penale”. Anche la Lega presente con l’onorevole Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera: “le scelte erronee fatte dal passato dai partiti possono essere corrette: ogni partito si è macchiato di giustizialismo becero. Nel mio partito in base alla classe sociale della persona che viene toccata, la sinistra lo ha usato per attaccare qualche avversario politico. Quindi quando è arrivata la proposta di legge l’ ho subito fatta firmare dai colleghi, perché alla base c’è un tema: ragionare su quali sono i valori che non possono essere intaccati a prescindere dalla stagione politica che si sta vivendo”. Per Italia Viva è intervenuto l’onorevole Roberto Giachetti: “penso che questo Paese sia malato di giustizia come diceva Pannella. Oltre alla responsabilità civile dei magistrati, occorre interrogarsi sulla progressione di carriera dei magistrati che hanno commessi gravi errori in passato. Si tratta di un problema culturale: se qualcuno viene coinvolto in una indagine si pensa che egli debba dimostrare la propria innocenza e invece sono altri che devono provare la colpevolezza. Si crea purtroppo una torsione culturale e giuridica”. Ispiratore della proposta di legge è stato l’avvocato Giuseppe Rossodivita, membro del consiglio generale del Partito Radicale: “non va sottovalutata la portata di questa proposta in termini di informazione e cultura. Ci sono magistrati che sono diventati delle vere star, come il dottor Davigo, che non rappresentano tutta la magistratura. Ormai sono sempre nei salotti televisivi: un magistrato non ha bisogno di fare questo, di cercare potere e consenso popolare. Questo è anche responsabilità della politica che non ha la forza di fare riforme sull’obbligatorietà dell’azione penale, sui magistrati fuori ruolo.La politica non ha il coraggio di nominare neanche gli avvocati nei vertici apicali come nei Gabinetti o al Ministero. La strada è quella di Marco Pannella: non avere scheletri nell’armadio e puntare verso le riforme”. Il senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia, ha annunciato che la proposta di legge è stata depositata ieri mattina in commissione a Palazzo Madama. Ha chiuso gli interventi politici l’onorevole Enrico Costa di Forza Italia, autore del ddl per cancellare la riforma Bonafede sulla prescrizione, e co-firmatario della proposta di legge: “il tema delle ingiuste detenzioni è legata a diverse temi, tra cui il processo mediatico. È inaccettabile l’uso che fanno le procure e gli inquirenti delle conferenze stampa con video, immagini, intercettazioni neanche mai vagliate e periziate. Il rapporto particolare tra stampa e magistratura crea un marchio sugli indagati e la presunzione di innocenza viene vanificata. Parte della responsabilità è anche di alcuni politici che quando sanno che un collega è stato raggiunto da un avviso di garanzia dicono ‘siamo garantisti ma…’: il ‘ma’ non deve esistere. Il tema della ingiusta detenzione è legato anche alla disinvoltura nell’applicare la custodia cautelare”. Durante la conferenza sono stati forniti ai giornalisti alcuni dati: le misure cautelari emesse nel 2018 in 136 tribunali ammontano a 86.697, con un incremento del 16% rispetto al 2017. A seguito degli episodi di ingiusta detenzione, sono state effettuate solo 16 rilevazioni di illecito disciplinare a carico dei magistrati coinvolti, di cui 4 terminate con assoluzione e 7 ancora in corso. Presenti alla conferenza anche la senatrice Stefania Pucciarelli, presidente della Commissione diritti umani, Rita Bernardini di Nessuno Tocchi Caino, Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone di Errorigiudiziari.com, e Francesca Scopelliti, compagna storica di Enzo Tortora che ha concluso: “parlare di innocenti che non vanno in carcere nel Paese di Enzo Tortora significa o non conoscere il proprio Paese o essere in malafede”.