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La recente pubblicazione integrale, da parte di alcuni quotidiani fra cui il Resto del Carlino, della chat fra l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara ed il pm bolognese Roberto Ceroni ha scatenato l’ennesima polemica sul sistema delle correnti in magistratura e sulla “lottizzazione” degli incarichi delle toghe. A finire nel mirino, questa volta, il procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini. Un “insolito” asse fra M5s, Fd’I e Forza Italia è arrivato a chiederne questa settimana le dimissioni. Nella chat, risalente al 2018 e confluita nell’ormai famosissimo fascicolo di Perugia aperto a carico di Palamara per corruzione, Ceroni, esponente di Unicost, segnalava al magistrato romano alcuni nomi di colleghi di corrente, poi tutti nominati dal Csm tranne uno, per degli incarichi direttivi e semi direttivi nel distretto di Bologna.Fra questi nomi c’era quello di Marco Mescolini, sostituto a Reggio Emilia e titolare dell’indagine “Aemilia” sulle infiltrazione della ‘ndrangheta nella città del Tricolore.Mescolini, che agli inizi della carriera era stato anche il consigliere giuridico, durante l’ultimo governo Prodi, del vice ministro dell’Economia Roberto Pinza, aveva fatto domanda nel 2017, insieme ad altri quattordici colleghi, per diventare il procuratore di Reggio Emilia.L’interlocuzione, come rivelato in questi giorni dai media, fra Palamara, storico leader di Unicost e nel 2018 presidente della Commissione per gli incarichi direttivi a Palazzo dei Marescialli, e Ceroni fu molto intensa e durò diversi mesi, terminando con la nomina di Mescolini, avvenuta a luglio di quell’anno, poche settimane prima della scadenza della scorsa consiliatura del Csm.I modi e i tempi di questa interlocuzione, ritenuta irrituale, sono stati duramente stigmatizzati dagli esponenti del M5s di Reggio Emilia. I pentastellati, fino alla pubblicazione della chat, avevano sempre elogiato l’operato dei pm emiliani e di Marco Mescolini nel contrasto ai fenomeni mafiosi nella loro città.Ben sette fra parlamentari ed europarlamentari del M5S, fra cui la vice presidente della Camera Maria Elena Spadoni e l’ex presidente della Commissione giustizia della Camera Giulia Sarti, hanno chiesto a Mescolini di chiarire i suoi rapporti con Palamara.L’europarlamentare grillina Sabrina Pignedoli, che in passato ha anche scritto dei libri sull’indagine "Aemilia", ha usato parole forti definendo “mendicanti di nomine” i magistrati.“Perché fra tutte le Procure d’Italia Mescolini doveva essere nominato a Reggio Emilia?”, si domandano i pentastellati.Da chiarire, poi, una frase, “è importante per tutto”, utilizzata da Mescolini per perorare la sua nomina con Palamara: “Cosa si intende con quel tutto?”.“E’ un decennio che Palamara agisce indisturbato. Nessuno si è accorto di niente? Agiva per conto di qualcuno?”, gli altri interrogativi dei parlamentari Cinquestelle.A difesa di Mescolini, invece, i vertici del Partito democratico di Reggio Emilia.Per difendere Mescolini il Pd ha diramato nella serata di martedì una nota. Fra i firmatari, l’attuale sindaco Luca Vecchi, il suo predecessore Graziano Delrio, ora capogruppo dem alla Camera, i presidenti dell’Assemblea provinciale e della Provincia di Reggio Emilia Gigliola Venturini e Giorgio Zanni,“I democratici italiani e reggiani sono abituati ad avere rispetto del lavoro dei magistrati, che è un lavoro lento e difficoltoso rispetto al quale non è possibile assistere alla stregua di tifosi”, premettono i dem, secondo i quali “è inaccettabile attaccare i magistrati, alimentando una cultura del sospetto strumentale ed orientata a minarne la credibilità, a maggior ragione laddove gli stessi abbiano ricoperto un ruolo di primo piano nella lotta ai mafiosi nella nostra terra”. “Riuscirà per una volta la politica a non commentare inchieste e gossip giudiziari sulla base di conversazioni telefoniche private?”E poi la stoccata al voltafaccia degli esponenti locali del Movimento con cui governano insieme a Roma: “Lascia inoltre basiti chi fino a ieri inneggiava l’operato della Procura di Reggio Emilia, salvo oggi mettere in discussione la caratura etica e morale dei suoi protagonisti”. L’onorevole piacentino Tommaso Foti, vice capo gruppo di Fd’I alla Camera, ha chiesto il trasferimento del procuratore di Reggio Emilia ed una ispezione alla Procura, precisando che Palamara e Mescolini hanno il dovere di spiegare quanto prima le affermazioni “criptiche” utilizzate nella chat. Marco Eboli, portavoce di Fd’I a Reggio Emilia e Giovanni Bernini, responsabile Enti locali per Forza Italia a Parma, hanno infine organizzato un evento, che si terrà venerdì prossimo nel centro di Reggio Emilia, dal titolo “Il caso Mescolini”.“Ho intenzione di chiedere a Raffaele Cantone, il procuratore di Perugia che indaga su Palamara, di essere ascoltato sulle nomine dei magistrati in Emilia Romagna”, ha affermato Bernini. “La chat di Mescolini per spingere la sua nomina è vergognosa”, ha poi aggiunto.E sempre da Forza Italia, con il senatore Maurizio Gasparri, è stata annunciata una interrogazione urgente al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sulla vicenda.