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CARLO NORDIO MINISTRO GIUSTIZIA
Con il pensiero rivolto alla sua Venezia che festeggia la festa dell’Assunzione della Vergine, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, auspica che sia «propizia anche per dare luce all’azione, discreta ma intensa che il Patriarca di Venezia ha voluto svolgere con il Ministero che ho l’onore di rappresentare. Ognuno nel proprio ordine, come scrive la Costituzione della Repubblica, ma con un unico fine, proviamo così a sovvenire sia al bene comune della sicurezza civile sia a quello particolare delle persone prossime alla conclusione della loro esperienza detentiva». Nella nota il ministro aggiunge: «A chi ha scontato la pena, o almeno la porzione di pena detentiva vogliamo che non manchi un segno efficace di speranza per il suo futuro, segno che sarà di vero inserimento se consisterà nella abilità a un lavoro apprezzato dalla società e nella possibilità di svolgerlo con serietà e dignità: ed è per questo che concretamente abbiamo lavorato con la Chiesa veneziana. Una speranza di elevazione umana e civile che credo ben si appropri al giorno dell’Assunta».
Intanto il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha inviato una nota ai Provveditori regionali e ai direttori degli istituti penitenziari per chiarire a chi è rivolto il vademecum del Dl carcere, inviato il 12 agosto. «Il vademecum - si legge nella nota - è ad esclusivo uso interno». Mentre si aggiunge che «la divulgazione alla popolazione detenuta sarà assicurata con un documento semplificato che questa Direzione Generale avrà cura di elaborare e divulgare nelle lingue più diffuse tra la popolazione detenuta». Proprio sul vademecum è intervenuto il Portavoce della Conferenza dei garanti territoriali, Samuele Ciambriello, che ha manifestato al Capo del Dap Giovanni Russo riserve, sul merito, sul linguaggio e sul metodo di diffusione.
Secondo Ciambriello: «La lettura di tale vademecum può ingenerare dubbi e perplessità da parte delle direzioni delle diverse aree giuridico pedagogiche. Aspettative eccessive da parte della popolazione carceraria, questioni interpretative e possibili difformità nell’applicazione da parte della magistratura di sorveglianza emblematica in tal senso è il punto 4 della circolare che se letto da un detenuto o da un non addetto ai lavori potrebbe lasciare intendere che la parola automaticamente non si riferisca alla riduzione dei 45 giorni della liberazione anticipata ma anche all’applicazione delle misure alternative. Il che non è conforme alle previsioni di legge secondo cui il magistrato per poter concedere una misura alternativa deve comunque svolgere attività istruttoria e verifiche. Siamo sinceramente sorpresi dal tono enfatico della circolare, prendiamo atto che è stata sospesa la sua diffusione tra i detenuti ma riteniamo urgente che anche agli operatori penitenziari siano date indicazioni chiare, in modo che possano essere interpreti tra i detenuti».