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In cella per una foto sbagliata: la storia di Anna Maria Manna
Un detenuto italiano, M.A., ha chiesto l'estradizione in Spagna, dove ha la residenza, soprattutto perché ha due figli che non lo vedono da 12 anni. Dopo un lungo iter burocratico, nel 2018 la sua richiesta è stata finalmente accolta, ma è tuttora ristretto nel carcere di Nuoro. Le autorità spagnole ancora non hanno dato esecuzione all’estradizione. Il caso è sollevato dall’ associazione Yairaha Onlus che ha sollecitato lo stesso ministero della Giustizia spagnolo e, per conoscenza, al nostro Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.Yairaha si rivolge al ministero spagnolo perché contattati dai familiari di M.A. residente in Spagna in merito alla richiesta di estradizione proposta già nel 2008. Con nota del 6 aprile 2009, le autorità del Regno di Spagna hanno chiesto all'interessato di riproporre la richiesta di trasferimento non appena le sentenze sarebbero diventate definitive L'accoglimento dell'istanza è stato notificato a maggio del 2020 Le sentenze sono divenute definitive nel 2018 e l'istanza di estradizione è stata accolta: con nota notificata all'interessato il 18/5/2020 la Procura generale presso la Corte d'Appello di Napoli ha comunicato l'accoglimento della stessa previo invio delle diverse sentenze definitive di condanna da eseguirsi presso il Regno di Spagna in conformità alla decisione quadro 2008/909/Gai del Consiglio d'Europa del 27 novembre 2008. A fine settembre del 2020 la dottoressa Mozzetta, responsabile dell'ufficio ministeriale, ha completato l'invio della documentazione necessaria al ministero de Justicia per accogliere M.A. nelle proprie strutture penitenziarie per l'esecuzione della pena. Ad oggi, però, non ha ancora ricevuto nessuna comunicazione in merito all'estradizione né è stato dato seguito a quanto stabilito dalle autorità competenti. Il sistema carcerario spagnolo è migliore del nostro «Si rammenta – sottolinea l’associazione Yairaha - che il detenuto è padre di due ragazzi che vivono nel Regno di Spagna e che gli stessi non vedono il proprio genitore da ben 12 anni». Per questo invita le autorità a voler intervenire al più presto affinché i diritti di A.M. e dei suoi figli siano tutelati. Sicuramente, a differenza di altri Paesi, la Spagna non ha problemi riguardante lo stato di diritto. Anzi, il sistema penitenziario è migliore del nostro. Com’è noto, l’ordinamento carcerario spagnolo si ispira sostanzialmente alla legge italiana n. 354/75 (la riforma penitenziaria) ma con delle modifiche sostanziali che hanno reso il carcere più vivibile con minori problemi di sorveglianza e di gestione. Innanzitutto gli spagnoli hanno pensato, coerentemente, che se la pena deve tendere alla rieducazione del condannato, la custodia deve essere affidata a persone dotate di cultura del diritto. In Spagna nelle carceri più recenti la vigilanza di 2 sezioni (moduli), pari a 240/250 persone, viene assicurata da tre agenti e quattro nelle carceri più vecchie, considerando che i detenuti sono fuori dalle celle e che tutti i pasti vengono serviti in refettorio. In Spagna esistono per i detenuti tre tipi di colloquio In Spagna sono vigenti tre tipi di colloquio: normale, familiare e intimo. In Italia questo non è purtroppo ancora pensabile a causa si resistenze culturali e mancanza di spazi. In Spagna, oltre al colloquio normale, si può effettuare un colloquio familiare in una stanza per 4 ore e un colloquio intimo per rapporti sessuali in una stanza da letto. Questo avviene malgrado il problema del sovraffollamento sia presente anche in Spagna, dove una cella progettata per una persona viene occupata da due. Inoltre, tutte le celle sono dotate di doccia con acqua calda. In Spagna si è autorizzati a fare 5 telefonate alla settimana, senza limiti di tempo ad un massimo di 10 numeri telefonici preventivamente autorizzati dalla Direzione. Si telefona da 2 cabine telefoniche presso ogni sezione, previa digitazione del numero di identificazione (Nis) che automaticamente dà il via libera verso i numeri di telefono autorizzati e con una scheda telefonica acquistata al negozio del sopravvitto. In Spagna le figure istituzionali sono presenti tutti i giorni nella sezione e sono disponibili senza bisogno di domandine o richieste: è sufficiente prenotarsi dal funzionario tutti i giorni alle ore 18.00. In Italia, inutile dirlo, anche la prenotazione di visita medica presso il Sanitario del carcere può diventare un problema. Ritornando al caso sollevato dall’associazione Yairaha, forse è un bene che il detenuto vada nelle carceri spagnole, sicuramente l’esecuzione penale tenderà alla rieducazione più della nostra.