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Il gip di Roma ha notificato la proroga delle indagini a 9 persone, tra cui il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, indagate in relazione alla vicenda delle nomine nelle Asl, avvenute nel 2019. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, si ipotizza il reato di abuso d’ufficio. Si tratta fra gli altri di Andrea Tardiola, segretario della Giunta della Regione Lazio; Renato Botti, all’epoca dei fatti responsabile della direzione della Salute della Regione Lazio, e Vincenzo Panella, direttore generale dell’Umberto I. Ora sarà la procura a dover decidere se chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati o sollecitare l’archiviazione del procedimento. Sulla vicenda il 12 agosto 2019 Antonio Aurigemma, consigliere regionale Fdi, aveva presentato un’interrogazione. Alla quale, spiega il Corriere della Sera, l’assessore D’Amato rispose nel novembre dello stesso anno dicendo che l’atto era «pienamente legittimo all’interno del quadro nazionale. La gran parte delle Regioni italiane ha adottato un’analoga metodologia, sia Regioni governate dal centrodestra, sia Regioni governate dal centrosinistra, come Toscana, Umbria, adesso passata a un nuovo governo, e altre ancora. Vi è stata un’interpretazione estensiva per dar modo a un’ampia platea di professionisti di partecipare all’Albo dei direttori amministrativi, per poi eventualmente essere presi da quest’Albo».