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Il mese che si conclude è stato molto intenso per la magistratura onoraria: dallo sciopero della fame portato avanti da due Got del Tribunale di Palermo ai diversi flash mob in tutta Italia. Tutto questo è servito a qualcosa? Nella Legge di Bilancio non si prevedono fondi, né è stato approvato alcun emendamento che dia sollievo alla categoria.
Indiscrezioni parlano di un possibile decreto legge a metà gennaio ma sui contenuti c'è molto riserbo.
La richiesta della magistratura onoraria è chiara: non siamo volontari, considerateci come lavoratori subordinati.
La strada sembra in salita perché a via Arenula ci sono molte reticenze, anche se le aperture del sottosegretario Vittorio Ferraresi lasciano viva qualche speranza. A ciò si deve aggiungere anche una certa sensibilità e attenzione al tema venuta dal presidente della Consulta, Giancarlo Coraggio, le cui parole non sono di certo casuali.
Quindi non si tratta solo di rivendicazioni associative, è il contesto che richiede un cambiamento: il 16 luglio vi avevamo dato conto dell'importante sentenza della Corte di Giustizia europea che ha riconosciuto al magistrato onorario lo status di “lavoratore” secondo i principi europei.
Ad essa si uniscono anche decisioni nazionali come quella del Tribunale di Napoli che ha condannato il Ministero della Giustizia a risarcire ad un giudice di pace il danno da lui subito nella misura di 21 mensilità.
Di pochi giorni fa la sentenza del Tribunale del lavoro di Vicenza che equipara economicamente un Got al suo collega togato e condanna il Ministero della Giustizia al pagamento delle somme di adeguamento dal 2003 al 2017 più il risarcimento del danno. Nella sentenza si legge che «attualmente i GOT trattano circa un terzo dei dibattimenti monocratici in Tribunale e delle udienze civili, avendo la titolarità di ruoli propri ed emettendo un numero elevato di provvedimenti che contribuiscono sensibilmente all’innalzamento della produttività. Essi, inoltre, integrano il collegio nei casi di necessita`, fornendo un apporto spesso indispensabile per la trattazione effettiva dei processi collegiali». Come racconta al Dubbio Raimondo Orrù, presidente di Federmot, «la motivazione della sentenza vicentina fotografa con rigore giuridico e inattaccabile equidistanza il punto di equilibrio tra la legittima pretesa di vedere riconosciuti i nostri sacrosanti diritti e la richiesta, mai contrastata o ignorata, di differenziare prerogative e ruoli della magistratura di ruolo e di quella onoraria».
Sicuramente ci dice Orrù «noi ci opponiamo ad ogni eventuale proroga dell'entrata in vigore della riforma Orlando.
I capi degli uffici giudiziari temono questo scenario perché riducendosi il nostro carico di lavoro, andrebbe tutto a finire sulle scrivanie dei colleghi togati, ingolfando la macchina della giustizia e rallentando i processi a danno dei cittadini». Quindi la mobilitazione non si ferma, conclude Orrù: «proseguiremo da subito con i flash mob sino a quello che si terrà in Cassazione venerdì 29 gennaio in coincidenza con l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021». Potrebbero riprendere a breve lo sciopero della fame anche le Got Sabrina Argiolas e Vincenza Gagliardotto «in mancanza come scrivono in una nota degli interventi urgenti auspicati dalle forze politiche e dal Presidente della Corte Costituzionale».