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«Divieto assoluto di ingresso nel Tribunale e nelle aule d’udienza in abiti succinti e non consoni al decoro dell’ufficio». È quanto previsto dalla presidente facente funzioni del Tribunale di Nola, Vincenza Barbalucca, su come ci si debba presentare nelle aule di udienza e negli uffici del palazzo di giustizia campano. Qualcuno ha ironizzato, tirando fuori l’ormai ciclico sensazionalismo dei divieti estivi. Si tratta però di una argomentazione debole, finalizzata a ricercare e rilanciare il tema che fa notizia, a destare l’attenzione dal torpore sotto l’ombrellone. Il decoro richiesto, soprattutto ai cittadini che per svariate ragioni raggiungono il Tribunale nolano, non crea nessun disappunto a sentire gli avvocati. Anzi. In molti ambienti di lavoro presentarsi con un abbigliamento adeguato significa prima di tutto assumere un atteggiamento rispettoso per sé stessi, oltre che per gli altri, a prescindere dalla stagione estiva e dal caldo tropicale al quale dobbiamo abituarci sempre di più. D’altronde un Tribunale non può essere paragonato ad un locale notturno o ad una spiaggia. Cosa direbbe un giornalista che alla conduzione del suo talk show – magari in prima serata – si ritrova tra il pubblico persone con le ciabatte, con gli zoccoletti e con gli occhiali da sole? Come la prenderebbe il pubblico se vedesse, durante un approfondimento giornalistico, il direttore o la direttrice di una testata in collegamento dalla propria camera da letto in pigiama o nel tinello con una pila di piatti da lavare, indossando una canottiera variopinta? Quanto deciso dalla presidente facente funzioni del Tribunale di Nola non ha, dunque, niente di scandaloso. Arturo Rianna, presidente del Coa di Nola, considera il provvedimento della dottoressa Barbalucca «giusto». «Noi che siamo della vecchia guardia – dice al Dubbio l’avvocato Rianna - non possiamo che essere d’accordo. Mi vengono in mente a questo riguardo le parole del professor Franco Coppi. Con la chiarezza che lo ha sempre contraddistinto già in passato evidenziò che quando ci si recava in Tribunale con l’abito spezzato l’avvocato non veniva visto di buon occhio. Quanto stabilito dalla presidente del Tribunale di Nola indica buon senso ed io non posso che trovarmi d’accordo. Al di là, comunque, di un provvedimento ufficiale, le sue disposizioni indicano anche che occorre avere rispetto dei luoghi e delle persone che si frequentano. Il degrado che invade e pervade la società è talmente tanto che ben venga, per quanto mi riguarda, un provvedimento di tal fattura». Gennaro Grimolizzi