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“Spes contra spem”, in riferimento al passaggio dell’Apostolo Paolo di Tarso sull’incrollabile fede di Abramo che “ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli”, è un motto che in questi anni Marco Pannella ripeteva con insistenza. “Essere Speranza”, cioè vivere come attore della speranza, essendo noi stessi prova e corpo del cambiamento, contro l’“Avere Speranza”, ovvero le speranze semplicemente intese come qualcos’altro da noi, di cui si aspetta il verificarsi.
E sono proprio i detenuti, soprattutto quelli condannati a fine pena mai, ad essere loro stessi speranza. Oramai è una tradizione per l’associazione del Partito Radicale Nessuno tocchi Caino tenere il Congresso in un carcere, quest’anno nuovamente a quello milanese di Opera ( venerdì e sabato), dove, nel dicembre 2015, si era svolto l’ultimo a cui ha partecipato Marco Pannella e da cui ha tratto ispirazione la campagna con il nome, appunto, di “Spes contra Spem” per il superamento dell’ergastolo ostativo ed il 41 bis.
Ora però – grazie alla perseveranza di questi anni c’è la prova che “essere speranza” dà i suoi frutti, visto la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e poi della Corte Costituzionale sul tema dell’ergastolo ostativo. «Successi che abbiamo potuto cogliere – spiegano in un comunicato stampa i dirigenti dell’associazione, Sergio d’Elia segretario, Rita Bernardini, presidente ed Elisabetta Zamparutti, tesoriere – perché ha con- vinto Spes contra Spem, motto di una vita di Marco Pannella, che ci ha animato in questi anni e perché hanno con- vinto i detenuti di Opera protagonisti del docu- film di Ambrogio Crespi “Spes contra Spem - Liberi dentro” che contro ogni speranza sono stati speranza, determinando con il loro cambiamento anche l’orientamento dei giudici delle più alte giurisdizioni nazionali e sovranazionali».
Due le sessioni di dibattito: la prima dedicata al tema “Il Diritto alla Speranza: l’ergastolo ostativo alla luce delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e della Corte Costituzionale”; la seconda dal titolo “Non un diritto penale migliore, ma qualcosa di meglio del diritto penale”. Nella mattinata del 20 dicembre, dopo i saluti di accoglienza del direttore di Opera Silvio Di Gregorio e del Provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Lombardia Pietro Buffa, sono previsti quelli introduttivi di Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Andrea Giorgis, sottosegretario ministero della Giustizia e Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà.
Dopo le relazioni introduttive degli organi dirigenti, vi saranno gli interventi programmati di Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale e di Stefano Castellino, sindaco di Palma di Montechiaro, città di origine di alcuni ergastolani detenuti ad Opera con testimonianze di detenuti condannati all’ergastolo. Nella sessione di dibattito di venerdì 20 dicembre sulle sentenze contro l'ergastolo ostativo interverranno, tra gli altri: l’avvocato Antonella Mascia, che ha patrocinato il caso Viola vs Italia alla Cedu; il presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida; i professori Pasquale Bronzo, Davide Galliani e Andrea Pugiotto; il presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin e Riccardo De Vito, magistrato di Sorveglianza di Sassari e presidente di Magistratura Democratica. Infine, nella sessione di dibattito di sabato 21 dicembre interverranno tra gli altri il professor Luciano Eusebi, Gherardo Colombo e lo scrittore Gioacchino Criaco.