È morto dopo quattro giorni di ricovero in ospedale il detenuto di 27 anni, di Cagliari, che il 23 novembre scorso aveva tentato il suicidio in una cella del carcere di Uta (Cagliari). «Nonostante l'impegno dei medici della Rianimazione, il ragazzo si è aggravato e le sue condizioni sono precipitate», conferma Maria Grazia Caligaris presidente dell'associazione Socialismo Diritti Riforme ODV, che qualche giorno fa aveva segnalato il tentativo di suicidio.

Le condizioni di vita nel carcere di Cagliari

Un medico del 118, su segnalazione dell'agente penitenziario in servizio, allertato dai compagni di cella, era riuscito a prestargli i primi soccorsi. «Il gesto, aldila' delle motivazioni che hanno indotto questo ragazzo a compierlo, richiama con forza l'attenzione dell'opinione pubblica sulle condizioni di vita all'interno della Casa Circondariale 'Ettore Scalas' che registra la presenza di 765 detenuti (32 donne) a fronte di 550 posti disponibili e una forte carenza di agenti penitenziari e operatori», sottolinea Caligaris. «Aumentano costantemente i ristretti ma non chi si deve occupare di donne e uomini privati della libertà. Ciò rende ancora più importante la presenza dei medici del 118 la cui permanenza a Uta però viene messa costantemente in forse da progetti di ridimensionamento del personale sanitario».

Detenuto di Cagliari si era impiccato in cella

Il giovane, deceduto nella notte, si era impiccato in cella ed era arrivato in ospedale in condizioni disperate. «Sale a 82 la tragica conta dei detenuti che si sono tolti la vita dall'inizio dell'anno, cui bisogna aggiungere sette appartenenti alla Polizia penitenziaria», evidenzia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. «Una strage infinita, alla quale non si vuole porre freno, nella sostanziale indifferenza della maggioranza di governo».

«Del resto, il sistema carcerario è in crisi profondissima e inaffrontata, come certificano tutti gli indicatori numerici», aggiunge il sindacalista. "Quasi 16 mila reclusi oltre i posti disponibili, omicidi, suicidi, risse, rivolte, stupri, traffici illeciti di ogni genere, evasioni e molto altro ancora in numero crescente, per guardare al lato prettamente detentivo; ma voltando lo sguardo verso il personale, con più di 18 mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, oltre 3 mila aggressioni subite, turnazioni e carichi di lavoro esorbitanti, privazioni di diritti anche di rango costituzionale, i dati sono altrettanto allarmanti. Anche a Cagliari sono stipati 765 detenuti in 561 posti disponibili, gestiti da 315 agenti quando ne sarebbero necessari almeno 528. Indicatori che, nostro malgrado, tuttavia, non sembrano scuotere le coscienze di chi, sollecitato anche dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, dovrebbe intervenire con provvedimenti tangibili e immediati. "Il 2022 fu l'annus horribilis per i suicidi in carcere, con 84 ristretti che si tolsero la vita", ricorda De Fazio. "Mancano 34 giorni alla fine dell'anno e siamo gia' a 82, difficile non immaginare il superamento di quella quota che aveva indotto la premier Giorgia Meloni a definire, gia' allora, i penitenziari italiani indegni per un paese civile".