PHOTO
«Morra, che si aggira nei corridoi dell’Aula Bunker, rilasciando interviste e lanciando anatemi, è un chiaro tentativo di intimidazione della Corte che dovrà giudicare Montante nel giudizio di appello». Lo dice, in una nota, Antonello Montante, ex presidente degli industriali siciliani, dopo l’udienza del processo sul cosiddetto "Sistema Montante" che si celebra, con rito abbreviato, davanti la Corte d’Appello nei confronti dello stesso Montante e di altri quattro imputati. «È una inspiegabile ed ingiustificabile invasione di campo di un organo istituzionale, che piuttosto che assumere il ruolo di arbitro imparziale, nelle sedi di propria competenza, assume il ruolo di dodicesimo uomo in campo - dice -Morra non è nuovo ad indebite esternazioni. Già nell’imminenza della camera di consiglio di primo grado aveva manifestato pubblicamente premonitori giudizi di condanna sommaria, esternati in articoli di stampa». Poi Montante punta il dito anche contro «il Questore di Caltanissetta, che dovrebbe mantenere un contegno istituzionale, si abbandoni e condivida sui social esternazioni di stile calcistico di giornalisti faziosi e di parte (non rendendosi neppure conto di quanto le stesse risultino offensive per la Corte) anticipando gli esiti di una sentenza di conferma (dallo stesso evidentemente auspicata). Io sono certo che la Corte non si lascerà intimidire. Ma ritengo inammissibili ed in violazione del diritto costituzionale di difesa, le pressioni mediatiche sul processo che mi vede imputato, soprattutto da parte di Istituzioni della Repubblica Italiana. È questa la ragione per cui avevo auspicato in primo grado che il processo venisse trasferito da Caltanissetta, anche se dopo le attente valutazioni della Corte di Appello, dimostrate nella puntuale rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale e nell’attenzione alle dichiarazioni da me rese in sede di esame testimoniale, sono certo che giustizia sarà fatta».