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Si è svolto ieri, presso la Camera dei Deputati, il convegno dal titolo “Incontrare la giustizia, incontrarsi nella giustizia”. A portare i suoi saluti, anche il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, il quale ha ringraziato l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (organizzatrice dell’evento) per «l’impegno nel campo della giustizia riparativa, profondo ma soprattutto convinto. Il tema è tecnico ma anche per certi versi eversivo, perchè si parla di dialogo, incontro e risoluzione dei conflitti e siamo in una fase in cui queste parole non sono così scontate».
Il presidente Mascherin ha sottolineato come «approfondire le tematiche di come riconciliare le persone tra di loro ma anche con la legalità non è affatto banale in questo momento storico. Il tema, in questa sede, riguarda i minori che sono messi al centro come soggetti di diritto pieno, ma è un tema che è anche un insegnamento sociale». Si è poi rivolto ai giovani in platea, chiedendo loro di ricordare come «col dialogo e l’approfondimento delle rispettive esigenze, fatti da persone con le persone e non a distanza, si sono costruite le democrazie e scritte costituzioni».
«La nostra Costituzione», ha continuato, «ha al centro le persone e il principio di solidarietà e la giustizia riparativa è una costruzione democratica che mette le persone nella condizione di riconoscere i propri errori e di comprendersi». Quanto al ruolo dell’avvocatura nel prevedere un percorso di giustizia riparativa, come auspicato dall’Autorità garante, Mascherin ha garantito che «saremo a fianco di ogni iniziativa, perché il nostro ruolo è anche sociale e non solo tecnico nel processo. Siamo i custodi dei diritti insieme ai magistrati e dobbiamo tutelare la giurisdizione come spazio di democrazia e la mediazione rappresenta questo».
Al convegno sono arrivati i saluti anche della Vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, che si è detta favorevole «ad una legge che innesti questo tipo di giustizia nel rito minorile, allo scopo di ricomporre le fratture sociali, di responsabilizzare i colpevoli, e di far sì che siano presi in considerazione anche piccoli dolorosi fatti che, altrimenti, sarebbero archiviati dai pm, mentre rappresentano ferita e offesa a cittadini che aspettano giustizia».