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«Conduciamo insieme la battaglia contro chi vede la pubblica amministrazione solo come fonte di sprechi e corruzione. Questi mali si combattono con la fiducia e non con il sospetto», ha detto il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti. Durante la cerimonia si è insediato anche il neopresidente Angelo Buscema, il quale ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra corti superiori nell’ottica della funzione nomofilattica. «Contribuire alla crescita del Paese significa anche impegnarsi per un rafforzamento della certezza della giustizia», ha spiegato il neopresidente, ricordando come «la pubblica amministrazione debba essere alleata e non più antagonista dei cittadini». E sul tema della P. a. è intervenuto anche il presidente Mascherin: «Non cediamo al concetto che ogni spesa sia uno spreco e ogni risparmio sia di per sé virtuoso».
Si è svolta ieri, presso la sede centrale della Corte dei Conti, la cerimonia di insediamento del neopresidente della Corte, Angelo Buscema ( succeduto ad Arturo Martucci di Scarfizzi) e l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2018. Alla cerimonia, che si è svolta alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, hanno preso parte i vertici della magistratura contabile, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni e il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin. «La Corte dei Conti è custode della contabilità del Paese e garante imparziale dell’equilibrio economico e della corretta gestione delle risorse collettive», ha detto il premier Gentiloni, che ha ricordato come «il ruolo di garanzia della Corte contribuisca ad aumentare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni». Nel suo indirizzo di saluto, ha ricordato anche come quella attuale sia «una congiuntura incoraggiante dal punto di vista economico, che registra una crescita superiore alle attese con un avanzo primario che può superare il 2% nel 2018. Questo, però, non ci deve indurre a fermare il ritmo delle riforme e abbandonare la strada della serietà sui conti pubblici e per la riduzione del debito pubblico».
Il presidente Buscema, che ha pronunciato ieri il suo discorso di insediamento, ha illustrato i nuovi compiti e l’attività svolta in questi anni dalla Corte, sottolineando come «ancora molto resti da fare» e l’impegno dell’istituto sia quello di «garantire, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, il delicato bilanciamento di interessi di rilevanza costituzionale, tra i quali i livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali. Nella ricerca di un punto di equilibrio tra diritti incomprimibili e rispetto dei vincoli di bilancio». Buscema ha evidenziato l’importanza di rafforzare il dialogo e la cooperazione tra le tre magistrature superiori, per migliorare lo svolgimento complessivo della funzione nomofilattica delle Corti superiori. «Contribuire alla crescita del Paese significa anche impegnarsi per un rafforzamento della certezza della giustizia, una garanzia di affidabilità per i cittadi- ni e gli amministratori», ha spiegato il neopresidente, ricordando come «il connubio tra valori etici e innovazione è imprescindibile per mutare la percezione della pubblica amministrazione agli occhi dei cittadini, rendendola alleata e non più antagonista» . A seguire, è intervenuto il procuratore generale, Alberto Avoli, la cui relazione ha tracciato un quadro complessivo dell’attività d’indagine svolta dal suo Ufficio, «che sconta tuttora una carenza di personale: operano solo una novantina di pm, con un carico di oltre mille istruttorie a testa». Quanto ai filoni d’indagine, i principali hanno riguardato il settore sanitario; le assenze ingiustificate dal servizio; la corruzione e i reati contro la pubblica amministrazione. Su questo tema Avoli si è soffermato nell’analisi: «La diffusione di fenomeni di corruzione è indiscutibile e la diagnosi del male è formulata con precisione: inutile dunque perseverare nella mera denuncia, occorre invece affinare e intensificare le concrete strategie di contrasto ed eliminazione». E, a proposito degli strumenti con cui combatterla, ha sottolineato come «la demagogia sia la prima alleata della corruzione, invece l’onestà favorisce l’individuazione delle cellule cancerogene, da annientare con la precisione di un bisturi». Quanto agli obiettivi della Procura generale, ha fissato come indirizzo «il miglioramento delle procedure di esecuzione», dando concreto riscontro al principio di “effettività utile”: perchè - ha concluso Avoli - «ci si deve opporre alla pericolosa quanto ingiustificata diffusione fra gli operatori pubblici della percezione di impunità».
«Conduciamo insieme la battaglia contro chi vede la pubblica amministrazione solo come fonte di sprechi e corruzione». Con questo messaggio il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, ha portato il suo indirizzo di saluto. Il presidente ha sottolineato come sia necessario prendere distanza da qualsiasi forma di demonizzazione: «Oggi, aggredire sui media il pubblico impiego porta consenso, mentre affermare la nobiltà di un ruolo di rilievo costituzionale ex articolo 97 della Carta è molto meno popolare». Contro questa deriva demagogica, avvocatura e magistratura contabile devono dunque lavorare insieme per tutelare il ruolo centrale della Corte dei Conti. Sul tema dei conti pubblici, Mascherin ha evidenziato come «non possiamo cedere al concetto che ogni spesa sia uno spreco e ogni risparmio sia di per sé virtuoso. Non è un buon amministratore colui che risparmia, ad esempio, in sanità e istruzione. La pubblica amministrazione deve investire in progetti economici e sociali, con la consapevolezza che gli investimenti producono effetti nel tempo e l’orizzonte a cui guardare deve essere lungo». Il presidente del Cnf ha fatto proprio un passaggio del discorso di insediamento del neopresidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, osservando come «la Corte debba essere motore e promotore di questa nuova visione della spesa pubblica». Non solo, però: quanto agli strumenti, ha aggiunto come «sia necessario avere il coraggio di dire che assistiamo ad una esasperazione del concetto di trasparenza, che si sposa con il clima del sospetto nei confronti della pubblica amministrazione». L’obiettivo da raggiungere è «un corretto equilibrio tra spesa, trasparenza e la possibilità che il pubblico amministratore operi in piena tranquillità», mentre la deriva da limitare è «l’esasperazione della burocrazia, perchè questa davvero si traduce in inefficienza e corruzione». Proprio il fenomeno corruttivo, analizzato nella relazione del procuratore generale, Alberto Avoli, «si combatte con un unico vero strumento: la fiducia nella pubblica amministrazione». Proprio per questo, ha spiegato Mascherin, l’avvocatura italiana, intesa come corpo sociale ma anche come soggetto della giurisdizione, «è vicina alla Corte dei Conti in questo compito di recupero dell’immagine e darà il suo attivo contributo per la piena attuazione del dettato costituzionale».