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«Non solo catastrofe sanitaria ed economica ma anche catastrofe dei diritti e del diritto». È la denuncia della presidente dell’Ordine degli avvocati di Lamezia Terme, Dina Marasco. Che minaccia azioni legali, di fronte al totale blocco della Giustizia, che «non appare neanche in fondo alla lista delle preoccupazioni e dell’agenda di governo». Tant’è, denuncia Marasco, che Governo e ministero «hanno pensato bene di non assumersi la responsabilità di alcuna decisione, delegando il tutto ai singoli Capi degli uffici giudiziari, con il risultato di ritrovarci una miriade di provvedimenti per la gestione della cosiddetta fase 2 diversi per ogni ufficio». Ma nonostante gli sforzi, sottolinea, in quasi tre mesi di emergenza, ad oggi, «non si contempla ancora la piena ripresa dell’attività giudiziaria, pur a fronte della ripresa di ogni altra attività». E ciò senza considerare che dal 12 maggio è ripresa la decorrenza dei termini processuali, prima sospesi per circa due mesi, «ma nessuno ha pensato di coordinare tale previsione con quella della ripresa dell’indispensabile attività di supporto del personale amministrativo giudiziario, ancora paralizzato e inchiodato da circolari e direttive ministeriali che impongono formule di lavoro agile, incoerenti e ipocrite, che in realtà non consentono l’espletamento di alcuna attività». Le cancellerie e segreterie continuano ad essere inaccessibili, stante la possibilità di accedervi solo su richiesta di prenotazione a mezzo pec o telefono, con conseguente difficoltà per i difensori di rispettare i termini processuali, continua ad essere contingentata l’attività degli uffici notifiche, si riscontrano gravi ritardi nell’evadere le richieste di iscrizione a ruolo dei procedimenti, anche di quelli di carattere urgente, si accusano ritardi nella comunicazione dei provvedimenti, e così via. «Migliaia i casi di denegata giustizia in tutta Italia, con una situazione oramai insostenibile, che penalizza tutti gli attori della giustizia - sottolinea Marasco - in enorme difficoltà per cercare di far fronte, a ranghi così ridotti, a tutte le richieste e gli adempimenti connessi al proprio ruolo». Marasco punta il dito contro governo e ministero, inermi, a suo dire, nonostante la collaborazione dell’avvocatura per la risoluzione dei problemi. «La tutela dei diritti è il fondamento di uno Stato democratico e la compromissione di tale fondamento non può più essere ulteriormente tollerata. Da Lamezia Terme si diffidano formalmente, ad ogni effetto di legge, i responsabili di tale situazione affinchè vogliano immediatamente e senza altro indugio assumere ogni più opportuno provvedimento volto alla piena ed effettiva ripresa dell’attività giudiziaria e di ogni attività ad essa strumentale e connessa, adottando altresì tutte le opportune precauzioni sanitarie. In mancanza, ciascuno ne risponderà nelle competenti sedi».