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«Dopo più di 50 anni passati nei tribunali vedo con preoccupazione il futuro dell’avvocatura, che mi sembra molto sacrificato rispetto ai diritti della difesa in Appello e in Cassazione. Non credo possa contare su contributi significativi alle storture della giustizia, anche perché sono così tante e tali che non si può pensare di risolverli con questo tipo di provvedimento». È quanto afferma l’avvocato Franco Coppi, difensore tra gli altri di Silvio Berlusconi e Giulio Andreotti, riferendosi alla riforma Cartabia. «La successione ininterrotta di errori, pregiudizi, falsità e di incomprensibili sentenze di condanna avevano generato uno sconforto - prosegue Coppi - uno smarrimento e quasi la paura dell’inutilità e della vanità dell’opera della difesa, mai prima provati tanto intensi e così forti da spingermi all’abbandono». Secondo Coppi, «servirebbe la riforma dell’udienza preliminare ma non un semplice gioco di parole. Bisogna prendere atto che l’istituto è fallito. Bisogna pensare a come sostituirlo, anziché ritoccarlo». In merito al Csm Coppi dice che «il ruolo del Csm è certamente delicatissimo ma io sono convinto che tutto dipenda dalle persone: c’è da sperare che vengano scelte persone che siano in grado di assolvere al loro compito. Credo poco ai pronunciamenti astratti, voglio vederli all’opera».