Licenziata dopo il parto, i giudici impongono il reintegro
La Corte d'Appello di Catanzaro accoglie il ricorso di una lavoratrice di Cosenza, che era stata licenziata dopo il parto. Una battaglia legale durata quattro anni.
Licenziamento annullato. La sezione lavoro della Corte d’Appello di Catanzaro, presieduta dal presidente Emilio Sirianni, ha accolto il ricorso presentato da una lavoratrice di Cosenza, Sara Guerriero, cacciata dal luogo di lavoro nel giugno del 2017, dopo aver portato a termine la gravidanza. L’Istituto Elvetico Sanders (poi Farmasuisse srl) decise di trasferirla per questo motivo a Salerno, mentre la sua sede iniziale era quella di Cosenza. Per i giudici di secondo grado il licenziamento «fu una ritorsione per la sua lotta», tanto che oggi quel provvedimento, rigettato in prima istanza dal tribunale di Cosenza, è stato annullato con l’obbligo di reintegrare immediatamente la ricorrente (alla quale dovranno essere pagate anche le spettanze arretrate).
Licenziata dopo il parto, le motivazioni dei giudici
Troppo deboli le motivazioni del licenziamento che, grazie all’assistenza legale dell’avvocato Giuseppe Lepera del foro di Cosenza, sono state ribaltate, avendo trovato un collegio giudicante che ha evidenziato quali sono i diritti dei lavoratori. La Farmasuisse Srl, secondo i giudici, «avrebbe dovuto provare il calo di fatturato e il trend negativo dell’andamento», per giustificare il licenziamento di Sara Guerriero, ma la documentazione fornita ai giudici è risultata invece insufficiente e contraddittoria. La Corte d’Appello di Catanzaro, quindi, ritiene che l’unica spiegazione valida al licenziamento, ma assolutamente non condivisibile, sia quella di aver voluto «punire la lavoratrice per la strenua, inaspettata e vittoriosa resistenza opposta dalla stessa in sede giudiziale avverso i due trasferimenti». A distanza di quattro anni dal “fattaccio”, la vicenda legale ha trovato finalmente il suo epilogo.