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Nella foto, il deputato di Italia viva Roberto Giachetti e Rita Bernardini
Dopo 30 ore di sciopero della sete, Rita Bernardini lo sospende per riprenderlo il 17 luglio, giorno in cui il Parlamento voterà la proposta di legge a firma del deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, sostenuta da Nessuno tocchi Caino. La proposta mira a elevare la detrazione di pena ai fini della liberazione anticipata da 45 a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata. Non era scontato che si calendarizzasse il voto. Il dibattito alla Camera avvenuto lunedì dava la percezione che la pdl Giachetti finisse su un binario morto.
Un dato significativo è che ci sono stati interventi esclusivamente da parte degli esponenti dell'opposizione. «È stata una seduta deprimente e deludente», ha esordito Sergio D'Elia, segretario di Nessuno Tocchi Caino, durante la conferenza stampa tenutasi ieri alla sala stampa di Montecitorio, con la partecipazione di Rita Bernardini, Roberto Giachetti, Elisabetta Zamparutti e Maria Brucale, le ultime due rispettivamente Tesoriere e membro del direttivo di Nessuno tocchi Caino. D'Elia ha espresso il suo rammarico sul fatto che non ci sia stato nessun intervento degli esponenti dei gruppi di maggioranza. «È raro vedere che durante l'esame dei provvedimenti presentati, seppur nelle sue linee generali, ci sia stata la mancanza di interventi da parte dei rappresentanti di maggioranza».
Elisabetta Zamparutti ha invece sottolineato che l'iniziativa di Nessuno Tocchi Caino, cristallizzata dalla proposta di legge, è legata «alla necessità di un intervento volto a interrompere una vera e propria condizione di flagranza da parte dello Stato rispetto alle violazioni dei diritti umani che si consumano negli istituti di pena». L'avvocata Maria Brucale ha ricordato che la proposta di legge fu depositata per la prima volta da Roberto Giachetti quando si parlò di ciò che era accaduto alla popolazione detenuta con il Covid. «L'origine della proposta», ha sottolineato Brucale, «era anche un desiderio risarcitorio di persone che erano state chiuse nel sovraffollamento e nella contiguità di spazi sporchi e indecenti dove era impossibile mantenere le distanze per evitare il contagio».
C'è un'emergenza, ma come ha spiegato Roberto Giachetti durante la conferenza stampa, il ministro della Giustizia vorrebbe proporre misure che potrebbero avere effetto tra anni. Il problema c'è ora, con l'estate che aggraverà ancora di più la situazione e ci sarà un'altra inevitabile escalation di suicidi. Ritornando al dibattito in Parlamento, è da osservare che il M5S, per voce del deputato Cafiero De Raho, ha contestato la proposta di Giachetti, dando così un assist alla maggioranza. Fortunatamente, è stata una voce isolata, visto che si sono espressi a favore il Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, + Europa, Azione, oltre che ovviamente Italia Viva che ne è promotrice. Questo potrebbe essere un interessante campo largo.
Sembrava che tutto fosse perduto visto il silenzio della maggioranza. E invece, come ha spiegato Rita Bernardini, con il fatto che si voti il 17 luglio, la maggioranza si assumerà una responsabilità di fronte a tutto il Parlamento. Ovvero per dire sì oppure no a una proposta che potrebbe contribuire ad arrestare il chiaro trattamento disumano e degradante nei confronti non solo dei detenuti, ma dell'intera comunità penitenziaria. Non è un caso che sindacati come quello della Uilpa, per voce di Gennarino De Fazio, si siano espressi a favore della liberazione anticipata speciale.