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Letta
«La giustizia è lenta e inefficace. Finora discussioni tante, riforme poche. Il momento di fare le riforme è adesso». Sul terreno della giustizia Enrico Letta non ha dubbi: la via per riformare il sistema è quella segnata dalla guardasigilli Marta Cartabia, nella quale il leader del Pd ha piena «fiducia». Già qualche settimana fa il segretario dem aveva liquidato le proposte di Lega e Radicali sulla Giustizia, ritenendo «sbagliato» lo strumento referendario e confermando il sostegno del Pd a Draghi e Cartabia. «Perché un referendum abbia successo bisogna che voti il 50% dei cittadini - aveva spiegato Letta. In 25 anni mi sembra che uno solo abbia superato il quorum, sull’acqua una decina di anni fa. È una strada sbagliata, semplicemente uno strumento per fare lotta politica. Anche perché i tempi sono molto lunghi. A Salvini preferisco Cartabia e Draghi». «Ho incontrato la ministra e l’ho incoraggiata», ha quindi confermato ieri il leader del Pd, ribadendo la necessità di «rendere più evidente uno iato tra politica e coloro che esercitano le funzioni della giustizia». Ospite al programma Omnibus su La7, Letta ha poi lamentato le troppe «contrapposizioni» sui temi portanti della giustizia. Divisioni che ricadono sui cittadini e finiscono per penalizzare l’economia, considerando che in Italia «non arrivano investimenti dall’estero perché il sistema li scoraggia», ha aggiunto Letta. «Ci sono tutti i temi della velocizzazione e delle digitalizzazione, che secondo me è essenziale», ha spiegato il segretario dem, secondo il quale però il nodo chiave resta la separazione «tra giustizia e politica». «Se vogliamo l’imparzialità della giustizia è fondamentale che ci sia questo elemento», ha sottolineato Letta. Quindi l’affondo: «Dobbiamo distinguere l’indipendenza della magistratura, che è un mantra, ma sul tema dell’autogoverno credo che sia importante fare delle riforme. Autogoverno non significa indipendenza, l'autogoverno non ha funzionato, c’è bisogno di sistemi di autogoverno che funzionino meglio».