Forza Italia continua a visitare gli istituti di pena nell’ambito dell’iniziativa “Estate in carcere” promossa insieme al Partito Radicale: ci sono 10mila detenuti in più di quelli che potrebbero essere presenti. Lo ha detto ieri il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio anch’io su RadioRai Uno. «Cerchiamo di trovare soluzioni concrete e sosteniamo il lavoro del ministro Nordio», ha aggiunto il leader di FI. «Bisogna ridurre la presenza di tossicodipendenti» e «farli andare in comunità di recupero», e poi «c’è il problema della carcerazione preventiva». «È emerso un grave tasso di sovraffollamento. Già sapevamo che la struttura carceraria ne era affetta, ma abbiamo verificato la piaga. A fronte di una capienza di 364 detenuti, che può elevarsi ad una capienza massima di 549, il carcere di Foggia ospita attualmente 673 unità». Lo ha affermato il deputato di Forza Italia Giandiego Gatta, che ha visitato due giorni fa le carceri nel territorio foggiano con il consigliere regionale Paolo Dell’Erba.

Pure il responsabile nazionale Organizzazione di FI, Francesco Battistoni, al termine della sua visita alla casa circondariale viterbese, ha sottolineato le medesime criticità: «Nel carcere di Mammagialla Nicandro Izzo di Viterbo le criticità più evidenti sono quelle riferibili al sovraffollamento, all’area sanitaria e alla mancanza del personale di polizia penitenziaria rispetto alla pianta organica. Riguardo al sovraffollamento, criticità presente in quasi tutti gli istituti del Paese - ha proseguito -, rispetto alla capienza prevista di 400 detenuti, nel Mammagialla questo numero è quasi il doppio, con circa 700 persone».

Notizie invece non negative nella casa circondariale di Secondigliano di Napoli “P. Mandato” visitata dal senatore di Forza Italia Francesco Silvestro insieme al magistrato e consulente della commissione bicamerale per le Questioni regionali, Catello Maresca: «Abbiamo trovato – ha detto il parlamentare – una situazione abbastanza positiva. La struttura, molto più moderna di tante altre realtà, riesce a reggere bene anche un leggero sovraffollamento di detenuti, soprattutto in questi mesi che in emergenza ha dovuto ospitare le detenute del carcere di Pozzuoli, dopo gli episodi di bradisismo. Le strutture detentive devono garantire ai detenuti i giusti standard di sicurezza e il rispetto della dignità umana».

Il vice presidente della Camera, l’azzurro Giorgio Mulè, ha visitato altresì il carcere dell’Ucciardone di Palermo: «Un carcere costruito nel 1800 che deve vivere nel ventunesimo secolo: questa è la sfida dell’Ucciardone di Palermo. La strada già imboccata fatta di ristrutturazioni mirate a rendere più moderne le sezioni va proseguita. Un esempio è il padiglione “Pio La Torre”, oggi adibito a classi di scuola e aule di formazione». Ha concluso: «La nona sezione è la più problematica per il tipo di detenuti che ospita ed è quella che deve essere più attenzionata», poi «c’è un grande problema legato alla polizia penitenziaria: ci sono sezioni che ospitano i detenuti su quattro piani senza ascensore, con gli agenti di polizia penitenziaria per 8 ore al turno, ma con 1- 2 agenti per sezione. Questa è una delle cose su cui bisogna intervenire, insieme a misure minime, come ad esempio dotare la struttura di più telefoni per fare in modo che i detenuti possano fare le telefonate previste alle famiglie per legge, non facendo turni di alcune ore, ma in maniera più veloce. Questo contribuisce a rendere meno stressante la vita all’interno del carcere».

Infine valutazione «sufficiente», per il carcere barese di Turi, secondo il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, in visita ieri mattina nella struttura: «Ho trovato un istituto in condizioni dignitose, dal punto di vista degli spazi e dell’igiene. Ci sono dei lavori da portare a termine, ma anche lo stato d’animo dei detenuti mi è sembrato non dei peggiori. Come dappertutto, vanno migliorati diversi aspetti, in particolare riguardo all’assistenza sanitaria. A Turi comunque si può contare su una dirigente molto determinata e attenta». 

Intanto sempre ieri il Procuratore Generale di Perugia, Sergio Sottani, ha visitato tre istituti penitenziari umbri (Orvieto, Terni, Spoleto), con l’obiettivo di monitorare la situazione all’interno delle carceri a distanza di un anno dal suo ultimo incontro istituzionale e incontrare l’intera comunità penitenziaria. Il 29 agosto sarà la volta della Casa circondariale di Perugia.

L’iniziativa fa seguito alla raccolta dei dati da parte di questa Procura generale sul numero di detenuti affetti da problemi di tossicodipendenza e psichiatrici, quindi potenziali destinatari del recente Protocollo sottoscritto il 23 luglio scorso tra gli uffici giudiziari umbri e le Asl competenti. Sono emersi carenza di organico e sovraffollamento dei detenuti.

La situazione più critica dal punto di vista del numero dei reclusi è quella di Terni, che a fronte di una capienza regolamentare di 422 posti letto ospita 563 detenuti (+ 33%), di cui 149 cittadini stranieri. I detenuti comuni sono 198, di cui 61 con posizione giuridica non definitiva: i posti letto destinati ai non definitivi sono 422 mentre per quelli con posizione definitiva il numero è pari a zero. Dunque, la popolazione detenuta in attesa di una condanna definitiva è del 33% rispetto al totale dei reclusi.

L’istituto penitenziario ternano dovrebbe ospitare, come ricordato dal suo direttore, solo detenuti con posizione giuridica “definitiva”. Il carcere di Terni è uno dei più problematici: quest’anno un suicidio, 13 tentati suicidi, 39 casi di autolesionismo, 8 aggressioni fisiche al personale di polizia penitenziaria e un’aggressione a un giudice. Il Procuratore ha ricordato che le celle devono essere diversificate a seconda della tipologia di detenzione (comuni, As, 41bis). La regola è che ogni detenuto deve avere a disposizione 3 mq.