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Topi, muffa, umidità. Questo è stato il primo impatto alla visita del carcere di Poggioreale effettuata da una delegazione di componenti di Magistratura democratica, della Camera penale di Napoli e dell’associazione Antigone. Dalla visita dello scorso 4 febbraio è emerso un quadro deprimente sotto ogni punto di vista.
Ci viene in aiuto il resoconto da poco pubblicato nel sito di Md. In premessa viene spiegato che l’obiettivo di questa visita, che rientra in un progetto più ampio iniziato nel novembre 2022 con la visita a Sollicciano, è quello di esaminare le criticità del sistema carcerario e individuare gli strumenti più idonei per rendere più dignitosa la vita dei detenuti e offrire loro nuove possibilità di reinserimento sociale, come previsto dalla Costituzione. Uno dei problemi più gravi riscontrati a Poggioreale è il sovraffollamento, con un numero di detenuti superiore alla capacità massima della struttura. Viene sottolineato che la riforma Cartabia ha introdotto delle norme per ridurre la popolazione carceraria, ma queste rischiano di restare lettera morta se non si potenziano le strutture dell'esecuzione penale esterna, che già mostravano criticità anche prima della riforma.
Oltre al sovraffollamento a Poggioreale si riscontra una grave carenza di personale sanitario, soprattutto in ambito psichiatrico e psicologico, che determina un'incapacità nella tutela della salute fisica e mentale dei detenuti. Le prestazioni mediche specialistiche non riescono a essere effettuate nella struttura penitenziaria e spesso subiscono ritardi burocratici.
Il resoconto dell’esecutivo di Magistratura Democratica evidenzia quindi la necessità di individuare soluzioni per migliorare il sistema penitenziario italiano, garantendo un'adeguata assistenza sanitaria ai detenuti e riducendo il sovraffollamento. Si auspica che in futuro si possano individuare strumenti più efficaci per rendere più dignitosa la vita dei detenuti e offrire loro opportunità di reinserimento sociale, al fine di prevenire la recidiva e tutelare la loro dignità e salute psicofisica.
Entrando nello specifico della visita al carcere napoletano ci si è concentrati sui tre padiglioni dell'istituto, in particolare sulla situazione delle celle e delle strutture presenti, evidenziandone le numerose criticità. Il primo padiglione visitato è stato il “Roma”, dove sono ospitate donne transessuali, soggetti affetti da dipendenza da stupefacenti e sexoffenders. Sono in corso lavori di ristrutturazione al piano terra e al primo piano, a causa delle pessime condizioni strutturali delle celle. In particolare quelle del piano terra che ospitavano le donne transessuali erano prive di doccia e avevano il wc in ambiente non separato dal letto e dalla zona cucina. Inoltre i piani del padiglione presentano ancora i ballatoi che impediscono la mobilità dei detenuti e le stanze per la socialità.
Il secondo padiglione visitato è stato il “Milano”, con detenuti in circuito di media sicurezza e quelli sottoposti al circuito ex art. 32 o. p. Questi ultimi sono coloro che compromettono la convivenza nei reparti o soggetti che rifiutano la socialità, e vivono in stato di isolamento. In questo padiglione mancano le docce all'interno delle celle al piano terra e al primo piano, e alcune
stanze sono particolarmente affollate e prive dell'area socialità. Il terzo padiglione visitato è stato il “Napoli”, dove ci sono i detenuti in media sicurezza, molti dei quali stranieri. In questo padiglione ci sono numerosi problemi strutturali e igienici. In particolare, le celle sono umide, e i detenuti hanno dovuto applicare della carta alle pareti per isolare l'ambiente dall'umidità e dei cartoni per impedire l'ingresso dei ratti. Inoltre, il funzionamento dell'impianto di riscaldamento è precario, e i detenuti hanno a disposizione poche stufe elettriche per un numero troppo elevato di stanze. Anche le strutture di svago sono praticamente inesistenti.
In generale la visita ha evidenziato una situazione strutturale gravemente compromessa sotto diversi profili, a fronte degli sforzi dell'amministrazione per migliorare le condizioni dei detenuti. Il tutto contrasta con il rispetto dei principi costituzionali che vietano i ' trattamenti contrari al senso di umanità' e la necessità di offrire un'opportunità ai detenuti per evitare future recidive.
Magistratura democratica propone cinque misure per migliorare la situazione carceraria. Per prima cosa lo stanziamento di risorse economiche a favore delle strutture dedicate all'esecuzione di pene alternative alla carcerazione, per incidere sul sovraffollamento delle carceri.
La seconda misura proposta è l'incremento dell'utilizzo di strumenti alternativi alla carcerazione intramuraria, come gli arresti domiciliari, per salvaguardare le esigenze di cautela sociale.
La terza proposta è relativa al l'implementazione di opportunità di lavoro all'interno delle strutture carcerarie per tutti i detenuti, indipendentemente dalla predisposizione di formali graduatorie, e la partecipazione a corsi specializzati per acquisire competenze e professionalità, al fine di favorire un futuro reinserimento nella società. La quarta misura prevede una maggiore presenza dei magistrati di sorveglianza all'interno delle carceri.
Infine, come quinta misura, si propone l'aumento del numero di psicologi e psichiatri per garantire una seria prevenzione del rischio suicidario e dei funzionari giuridico- pedagogici e mediatori culturali per assicurare un reale accompagnamento nel percorso trattamentale.
In sintesi, Md evidenzia la necessità di adottare misure concrete per migliorare la situazione penitenziaria, che deve rispettare i principi costituzionali e offrire opportunità ai detenuti per evitare future recidive. Le proposte, in definitiva, riguardano lo stanziamento di risorse, l'incremento dell'utilizzo di strumenti alternativi alla carcerazione, l'implementazione di opportunità di lavoro e di formazione, la maggiore presenza dei magistrati di sorveglianza e l'aumento del personale medico e pedagogico.