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La legge costituzionale, che introduce nella Costituzione la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, approvata dalla Camera in via definitiva martedì scorso, è stata promulgata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’intervento legislativo ha interessato gli articoli 9 e 41 della Costituzione. Le novità che riguardano l’articolo 9 si riferiscono all’introduzione di un terzo comma, secondo il quale, accanto alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della Nazione, richiamata nel secondo comma, si attribuisce alla Repubblica anche la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Nella nostra Carta costituzionale, per la prima volta, trovano spazio gli animali, attraverso un preciso principio di tutela con la previsione di una riserva di legge statale che ne disciplina le forme e i modi. In merito all’articolo 41, sottoposto anch’esso a modifiche, l’intervento ha riguardato il secondo comma. L’iniziativa economica non può svolgersi in danno alla salute e all’ambiente. Questi due limiti vengono posti prima di quelli già vigenti, vale a dire la sicurezza, la libertà e la dignità umana. La modifica ha interessato altresì il terzo comma, riservando alla legge la possibilità di indirizzare e coordinare l’attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche ambientali.«La riforma costituzionale - dice al Dubbio la senatrice Loredana De Petris (Liberi e Uguali) – è un grande risultato che parte da lontano. Le prime proposte di legge sono state presentate negli anni Novanta. Io ho insistito sia nella scorsa legislatura che in questa affinché gli articoli 9 e 41 venissero modificati. Siamo riusciti a raggiungere un risultato di portata storica, prima di tutto perché viviamo ormai in una situazione di emergenza climatica. Molti altri Paesi avevano già inserito la tutela dell’ambiente nelle loro Costituzioni. Altro dato molto significativo riguarda l’intervento, per la prima volta, sulla prima parte della Costituzione. Siamo intervenuti non toccando l’articolo 9, mirabile per i suoi contenuti, ma abbiamo aggiunto un secondo comma che prevede espressamente l’ambiente, gli ecosistemi e la biodiversità». Secondo De Petris, si è dato vita ad un patto intergenerazionale dal punto di vista dei valori fondanti la Repubblica: «Con la previsione della tutela degli altri esseri viventi, la Costituzione italiana diventa la quinta al mondo che interviene in tal senso».Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Ambiente nel governo Prodi II, esprime grande soddisfazione per un lavoro durato più di vent’anni. «È stata lanciata tempo fa una petizione – evidenzia –, che, con la mobilitazione che ne è derivata, ha permesso di far affermare una impostazione con al centro la natura e non la tecnologia. In Costituzione non troviamo lo sviluppo sostenibile, locuzione obsoleta e “sviluppista”. È stato finalmente dato un importante riconoscimento al ruolo centrale della natura e della tutela degli equilibri naturali. Altro passaggio rilevante ha riguardato la modifica dell’articolo 41 della Costituzione. Per la prima volta dalla sua entrata in vigore si aggiunge qualcosa nei principi fondamentali. Inoltre, un impatto diretto, che è a mio avviso quello più rilevante, riguarda le attività economiche da svolgersi senza danneggiare la salute e l’ambiente. Questo aspetto potrà avere un effetto diretto sulle leggi, ma anche sulla giurisprudenza, sulle sentenze e sul sistema giudiziario del nostro Paese». Secondo l’avvocato Francesco Caia, consigliere Cnf, i recenti interventi sulla Costituzione hanno determinato un cambio di rotta di tipo culturale, oltre che giuridico. «La modifica costituzionale in materia di tutela dell’ambiente – commenta Caia - segna un passo avanti fondamentale, sancendo al più alto livello la necessità di salvaguardare biodiversità ed ecosistemi e, con essi, la vita umana. Si tratta di una svolta, non solo sul piano giuridico ma anche su quello culturale. Sono convinto, infatti, che questa importante riforma costituzionale segue il convincimento, ormai largamente diffuso nella cittadinanza, della necessità di difendere in concreto l’ambiente. Non è una cosa da poco, perché sappiamo tutti che le norme, quando sono calate dall’alto, anche se giuste ed adottate con le migliori intenzioni, stentano a decollare. L’obbligo, adesso costituzionalmente previsto in capo alle istituzioni pubbliche di tutelare l’ambiente, costituisce un impegno formale al quale lo Stato, in tutte le sue articolazioni, non potrà più sottrarsi». La Costituzione rimane sempre viva ed è un faro per gli operatori del diritto, a partire dagli avvocati. «La storia degli ultimi decenni in Italia – conclude Caia - è tristemente costellata di tragici episodi di gravissimo inquinamento di interi territori, con le terribili conseguenze per la salute umana, che tutti, purtroppo, conosciamo. Tutelare lavoratori e cittadini esposti a fonti di inquinamento, che ne hanno causato la morte o l’insorgere di gravi malattie, richiede una figura di avvocato dotato di grande rigore e competenze specifiche, capace di portare, se occorre, una casistica degna di tutele innanzi alle giurisdizioni sovranazionali».