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Cartellino rosso per gli avvocat che hanno conseguito il titolo in Romania rilasciato dal Bota: gli iscritti all’elenco speciale degli avvocati stabilizzati dovranno essere cancellati. A stabilirlo è la Corte di Cassazione con la sentenza 34429 con cui si respinge uno dei tanti ricorsi presentanti dai legali abilitati presso l’ente operante dell’ordinamento romeno. Il titolo dei ricorrenti risulta privo di efficacia, in quanto rilasciato da una struttura non idonea all’abilitazione.
La Corte di piazza Cavour accoglie così il giudizio espresso dal Consiglio Nazionale forense, che in una circolare destinata agli ordini territoriali sollecitava la cancellazione degli avocat iscritti presso l’ente.
Secondo i giudici, l’iniziativa del Cnf è del tutto legittima e non viola il dovere di terzietà: le norme che disciplinano sia la nomina dei componenti del Cnf che il procedimento, infatti, offrono garanzie sufficienti riguardo all’indipendenza del giudice e all’imparzialità dei giudizi.
Proprio la circolare in cui si invitavano gli ordini locali a provvedere alla cancellazione, era finita al centro del ricorso respinto dagli ermellini. La Corte però ha riconosciuto piena legittimità all’operato del Cnf che, in quanto organismo di rilevanza pubblica con funzione di indirizzo e organizzazione dei propri iscritti, ha «a limitati fini» facoltà di decidere su impugnazioni di provvedimenti degli ordini locali, fondati formalmente sulle sue disposizioni di carattere generale.
La Cassazione inoltre ha sottolineato che l’Ordine non ha contestato la validità del titolo di abilitazione alla professione, ma la sua idoneità ad essere riconosciuto nello Stato, in base alla procedure, vincolanti, stabilite dall’international market information.