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sindaco giudice nola
Carlo Buonauro è la prima “vittima” illustre della recentissima riforma Cartabia sulle porte girevoli fra politica e magistratura. Magistrato del Tar, Buonauro è dallo scorso 13 giugno il sindaco di Nola, tra i centri più importanti della provincia di Napoli, anche in termini di geografia giudiziaria. Il nuovo primo cittadino è stato eletto al primo turno con oltre 10mila voti a capo di una coalizione Pd- M5s.
In servizio a Napoli, in vista della candidatura alle Amministrative aveva chiesto e ottenuto nei mesi scorsi, per evitare questioni di incompatibilità, il trasferimento al Tar di Bologna. Il magistrato, però, non ha fatto bene i conti con la legge Cartabia, in vigore dal 20 giugno, proprio il giorno in cui ha prestato giuramento da sindaco.
La norma, infatti, ha previsto una serie di paletti per le toghe che decidono di cimentarsi nell’attività di amministratore pubblico. Le nuove regole, in particolare, prevedono che il magistrato eletto, una volta terminato il mandato, non possa più tornare a esercitare le funzioni giurisdizionali, venendo trasferito ad altro incarico ma sempre nella pubblica amministrazione. Nel caso di Buonauro tale disposizione non si applicherà perché egli si era candidato prima che la legge fosse approvata. Ciò che invece si applicherà è l’aspettativa obbligatoria, con la conseguenza di dover rinunciare allo stipendio da magistrato amministrativo, percependo solo quello da sindaco. Si tratta di emolumenti che, anche considerando i recenti aumenti voluti dal governo Draghi, non sono paragonabili fra loro. Lo stipendio di sindaco, poi, varia in base al numero degli abitanti del comune.
Su questo aspetto è stato interessato l’ufficio studi di Palazzo Spada. Il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, a tal proposito, parla di “confusione” da parte del legislatore, che ha imposto l'aspettativa al magistrato che viene eletto.
Molto critica Gia Serlenga, presidente dell’Anma, Associazione nazionale magistrati amministrativi: «Il caso del collega Buonauro potrebbe presto essere portato all’attenzione della Corte Costituzionale». L’aspetto maggiormente dibattuto riguarda queste limitazioni poste all'elettorato passivo in toga.
Da parte sua Buonauro ha le idee chiare. Pur consapevole della futura diminuzione delle entrate mensili, si è messo in aspettativa e non ha alcuna intenzione di dimettersi, orgoglioso di essere diventato sindaco di Nola come lo era suo padre una quarantina di anni fa.
In attesa che vengano chiariti i vari dubbi interpretativi, l’effetto scontato della legge Cartabia sarà di stoppare sul nascere qualsiasi candidatura togata. Sarà molto difficile, se non impossibile, trovare un magistrato disposto a candidarsi sapendo che, oltre a non poter più svolgere attività giurisdizionale, avrà, se va bene, un dimezzamento dello stipendio. «Il Parlamento ha deciso di non avvalersi della competenza dei magistrati», ha detto Buonauro, affermando che «le porte girevoli sono diventate porte sbarrate» .
Le nuove disposizioni penalizzano moltissimo i magistrati che hanno incarichi elettivi, anche in piccoli comuni, ma non incidono affatto nei confronti di coloro i quali ricevono incarichi dalla politica, vedasi i vari “fuori ruolo” presso i ministeri. Incarichi, questi ultimi, di grande potere e che hanno un trattamento economico certamente non comparabile con quello di un sindaco di un paese di provincia. Senza considerare, poi, alcune specifiche sperequazioni di fatto.
A pochi chilometri di distanza da Nola, a Napoli, il capo dell’opposizione a Palazzo San Giacomo è Catello Maresca. Ex pm anticamorra, Maresca è stato in aspettativa solo il tempo strettamente necessario per la campagna elettorale. Sconfitto per mano dell’ex ministro dell’Università Gaetano Manfredi, Maresca era poi tornato in servizio, a sua domanda, alla Corte d'Appello di Campobasso. Nel suo caso nessun problema circa il cumulo degli stipendi. E per le funzioni: la mattina giudice, il pomeriggio consigliere comunale. Come ogni cosa, non esiste una via di mezzo.