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«Abbiamo un carico di lavoro che non ha eguali. Pur essendo virtuosissimi, per smaltire le pendenze servono almeno due anni e mezzo», dichiara Ines Marini, presidente della Corte d’Appello di Venezia, all’indomani della presentazione del dossier della Cgia di Mestre che colloca gli uffici giudiziari veneti agli ultimi posti in Italia nel rapporto magistrati/ abitanti.
Presidente Marini, Roma vi considera poco?
Il Veneto è sempre stato considerato terra di emigrazione quando invece è la terza realtà italiana per Pil. Ciò ha influito negli anni sulla composizione delle tabelle organiche. La conseguenza è che il numero dei magistrati attualmente in servizio non è assolutamente adeguato al numero dei procedimenti.
I vostri organici sono sottodimensionati?
Certamente. Non sono parametrati agli effettivi carichi di lavoro. Se facciamo un confronto con il numero delle sopravvenienze degli altri distretti, dovremmo avere 33 consiglieri in più rispetto a Milano e addirittura 77 rispetto a Trento. Noi magistrati siamo spesso portati a lamentarci, ma in questo caso il dato è oggettivo. A me piace ragionare con i numeri alla mano. E vorrei anche ricordare che abbiamo molti processi importati. Penso a quelli sulle banche, estremamente impegnativi e delicati, e di cui stiamo già gestendo i reclami in materia fallimentare.
Cosa succederà quando fra un anno entrerà in vigore la riforma Bonafede che bloccherà la prescrizione dopo la sentenza di primo grado?
Si fermerà tutto. È una riforma che si innesta su un sistema che non funziona. Con i numeri attuali non riusciremo ad incrementare il numero delle udienze in Corte.
Può farci degli esempi?
Oggi, 1500 procedimenti si definiscono per prescrizione in udienza predibattimentale. La prescrizione funziona come una “scopa”. Ha la stessa funzione che aveva un tempo l’amnistia. Con il blocco della prescrizione tutti questi procedimenti dovranno essere definiti in dibattimento.
La riforma Bonafede scatterà nel 2020, c’è tempo per fare aggiustamenti...
I tempi della macchina della giustizia sono lenti. Bisogna partire subito.
Il recente concorso per la Sezione lavoro è andato deserto. Perché nessun magistrato vuole venire in Veneto?
La difficoltà di coprire i posti si spiega in diversi modi. I magistrati hanno anche una loro vita privata e, dovendo scegliere, preferiscono andare dove ci sono minori carichi di lavoro. Penso alle sedi di Brescia, Trento o Trieste. Un consigliere della Corte d’Appello di Venezia si trova sul ruolo 528 procedimenti su una media di altri uffici di circa 300. Questi numeri non rendono certamente appetibile la nostra sede. E poi c’è anche la difficoltà oggettiva di lavorare a Venezia.
L’idea del trasporto su acqua spaventa?
Sì, chi non è abituato. E poi c’è il costo della vita. Il sindaco di Venezia infatti metterà a breve a disposizione degli alloggi a canone concordato.
Anche per il personale amministrativo?
Certo. Il problema è particolarmente sentito proprio per il personale amministrativo. Occorrono concorsi regionali. Non è pensabile che un assistente sia retribuito a Venezia come in un paesino del Sud. Il costo della vita qui è altissimo. La tendenza è dunque quella di avvicinarsi a casa per chi non è Veneto. È comprensibile, soprattutto se si hanno figli piccoli. Se poi il dipendente ottiene un distacco rimane in pianta organica senza che lo si possa utilizzare.
Scontate ancora gli effetti dell’abbassamento dell’età pensionabile per i magistrati voluto dal governo Renzi?
È un problema di funzionalità della giustizia. La professionalità si acquista con gli anni. Non si risolve assumendo i giovani e basta. Serve un affiancamento.
Soluzioni?
Sincronizzazione degli ingressi e delle uscite. Adesso, invece, se un magistrato viene trasferito, il successore arriva dopo un anno. Ciò significa che il ruolo nel frattempo viene smembrato, con tutte le conseguenze del caso. L’ obiezione è che con questo sistema si lede il diritto del collega al trasferimento. Ma è sufficiente mettere regole chiare fin dall'inizio. Se il sistema non ti piace, non fai il concorso per magistrato. La giustizia è un fattore importantissimo per il Paese.
Fare il presidente non è facile….
Il Csm ripete sempre che il capo dell'ufficio deve essere anche un manager. Ma il manager ha potere di spesa e di gestione effettiva delle risorse umane. Io non posso decidere nulla. Ed è difficile fare delle proiezioni efficaci se non si ha contezza effettiva di quante risorse si avranno a disposizione.