Cinquecentoquattordici dovevano essere a oggi i nuovi funzionari contabili che avrebbero dovuto sopperire ai pensionamenti dopo oltre un decennio di assenza totale di concorsi banditi dal Dap. Eppure negli ultimi 5 anni, nonostante l’Amministrazione penitenziaria abbia avviato ben tre concorsi per questa figura, fondamentale per il funzionamento degli Istituti di pena, soltanto poco più di 200 risorse è riuscita a prendere servizio. Le cause di questi risultati sono molteplici e hanno a che fare con diversi fattori. Ma intanto occorre vedere il dato fattuale dei numeri.

Nel 2018 parte il primo dei concorsi Dap per reclutare 35 funzionari contabili. La carenza di tale figura era già conclamata così i posti vengono elevati a 204. Tuttavia a superare la selezione furono soltanto in 196 di cui 16 interni, di questi, in 20 non scelsero la sede di assegnazione di fatto rinunciando all’assunzione. Il secondo concorso da 140 posti fu superato da 116 concorrenti di cui 6 interni, 15 non hanno scelto la sede, altri 30 non si sono presentati al corso di formazione, così alla fine sono rimasti in 76. La terza selezione del dicembre 2023, sempre per la figura del Funzionario contabile, è stata fatta per 107 posti, poi subito portati a 170, in quanto il flusso continuo di pensionamenti e le carenze strutturali di assunzioni dei due decenni precedenti fanno sentire ancora oggi i loro effetti. Il dato è che questa selezione che deve essere portata a termine entro l’estate è stata superata da soli 93 concorrenti.

Indagare le cause del “fallimento” di questa strategia di reclutamento è complesso, tuttavia vi sono degli elementi tangibili che spiegano l’accaduto. Con i fondi del Pnrr tutte le Pubbliche amministrazioni hanno finalmente richiesto nuovo personale dando la possibilità ai giovani laureati di avere diverse opzioni di scelta partecipando a più concorsi contemporaneamente. È evidente che arrivati in fondo molti, potendo scegliere, hanno optato per altre amministrazioni più attrattive in termini di stipendio e di ambiente lavorativo.

Ancora i numeri ci aiutano ad interpretare i fatti: se all’ultimo concorso dell’Agenzia delle Entrate hanno fatto domanda in 180.000 con una partecipazione effettiva alla preselezione di circa 80- 90.000 concorrenti, per il ruolo di funzionario contabile Dap della selezione 2023, hanno fatto domanda in appena 4000, e soltanto 1200 si sono presentati alla selezione. Dunque a conti fatti i funzionari contabili Dap, oggi in servizio negli istituti penitenziari, presso i Provveditorati e presso il Dipartimento centrale, sono circa 550 su una pianta organica che ne prevede circa 740. Il che significa avere una carenza di personale della figura del funzionario contabile del 35%, manca all’appello più di un funzionario su tre.

Con questi numeri è facile prevedere una situazione che viaggia verso il collasso amministrativo contabile soprattutto negli Istituti di pena, dove le gestioni contabili relative agli acquisti di beni e servizi, alla gestione del fondo dei detenuti ed alla gestione del patrimonio, devono essere portate avanti senza ritardi secondo le norme e le scadenze previste dalla contabilità di Stato e carceraria. Se ciò non avviene il risultato, di cui è responsabile il funzionario Dap, è il disordine contabile, il giudizio della Corte dei Conti ed il possibile danno erariale.

Le informazioni sulle enormi responsabilità assunte dai funzionari contabili, sulle difficili condizioni di lavoro all’interno delle carceri e sugli stipendi assolutamente inadeguati al ruolo ed ai carichi di lavoro ricoperti, devono aver cominciato a circolare tra i possibili nuovi candidati, che potendo, come detto, hanno scelto Amministrazioni in cui stipendi, premialità e condizioni di lavoro più tranquille hanno rappresentato la scelta giusta. In questa condizione di carenza di funzionari i pochi nuovi assunti spesso non hanno la possibilità di svolgere un idoneo periodo di affiancamento e non è raro vederli ricoprire sin da subito ruoli di responsabilità che richiederebbero almeno 3 anni di servizio per essere svolti.

Si pensi che anche dal punto di vista del reclutamento della dirigenza, al netto dei concorsi banditi dall’amministrazione penitenziaria per la figura dei direttori di istituto che hanno contratto di diritto pubblico quindi i concorsi a loro riservati vengono gestiti direttamente dal Dap, per le altre figure dirigenziali, come per esempio quella del dirigente contabile, che dovrebbero provenire dal percorso della Sna, nessuno dei nuovi dirigenti ha mai optato, come amministrazione di impiego, per l’Amministrazione penitenziaria.

Se dati e fatti concreti ci raccontano di una situazione per cui all’esterno tutti ormai hanno ben capito quali siano le difficoltà e le criticità di lavorare per l’Amministrazione penitenziaria, a tal punto da non considerarla una opzione possibile, ci si chiede come mai l’Amministrazione stessa, dall’interno, non abbia contezza di questo stato di cose.