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Venerdì sera la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio il verdetto della Corte d’Assise d’Appello di Milano che aveva inflitto 30 anni all’infermiera Laura Taroni, nota alle cronache come l'infermiera killer. La donna è stata condannata in relazione all'omicidio del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici tramite la somministrazione di dosi eccessive di farmaci: a iniettare i farmaci sarebbe stato il medico Leonardo Cazzaniga, con cui aveva una relazione, e che è stato condannato all'ergastolo in primo grado. Lui ora è ai domiciliari, la donna in carcere. Alla base della decisione degli ermellini ci potrebbe essere l’errore materiale che aveva viziato la sentenza di secondo grado, dal momento che mancavano 13 pagine nelle motivazioni con cui lo scorso 30 novembre la Corte di Appello aveva confermato la condanna a 30 anni inflitta alla Taroni dal gup di Busto Arsizio con rito abbreviato nel 2018. Ne parliamo con l'avvocato Cataldo Intrieri, che assiste la donna insieme alla collega Monica Alberti.
Avvocato Intrieri ci può spiegare bene cosa è successo?
A gennaio di quest'anno i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano ci hanno notificato un’udienza nella quale si sarebbe dovuto riparare - a loro dire - ad un errore materiale contenuto all’interno delle motivazioni con cui avevano condannato la nostra assistita. Attraverso la procedura detta di “correzione dell'errore materiale” avrebbero voluto sanare la questione. Ci hanno riferito che quelle tredici pagine erano state scritte su un altro computer - mi chiedo dunque se dalla stessa persona - e non copiate e incollate nella sentenza. Ma non si trattava affatto di un errore materiale, come l'aver sbagliato a scrivere un nome o una data di nascita dell'imputato. Pensare di poter rimediare così è goffo ma soprattutto sconcertante. Dunque ci siamo rifiutati di aderire alla procedura perché mancava un importante pezzo di motivazione che riguardava due punti rilevanti sollevati dalla difesa'.
E cioè?
Il dispositivo era privo della parte riguardante la perizia psichiatrica della signora Taroni e quella relativa alle dichiarazioni di alcuni consulenti in merito alla letalità dei farmaci utilizzati da Cazzaniga. Ricordo che sul corpo del marito della Taroni non è stato possibile effettuare l'autopsia perché è stato cremato e non per volontà della moglie. Quindi siamo dinanzi ad un vero processo indiziario. Aggiungo che la nostra assistita è in carcere mentre il signor Cazzaniga, pur essendo stato condannato all'ergastolo, è ai domiciliari.
Tornando a quelle 13 pagine cosa è poi accaduto?
Alla fine io e la collega l'abbiamo avuta vinta e la Corte di Appello ha ammesso che non si poteva procedere in quel modo. Arriviamo dunque in Cassazione e inseriamo tra i rilievi posti all’attenzione dei supremi giudici anche questo fatto. Ora attendiamo le motivazioni della Cassazione per capire bene i motivi dell'annullamento.
Se sarà davvero così, sarebbe davvero grave.
È la prima volta in circa 40 anni di carriera che mi succede una cosa simile. Si mette a repentaglio l'esito di un processo con accuse pesanti. Ma la cosa ancora più grave è che i giudici di appello avevano fissato l'incidente di esecuzione quando i termini di impugnazione stavano per scadere. Cosa avremmo dovuto scrivere nei motivi di ricorso in Cassazione se non erano a nostra disposizione ben 13 pagine della sentenza di appello? La giustizia non può essere amministrata con tanta sciatteria.
Le parti civili hanno rilasciato una dichiarazione al Giorno dove si dicono certi che il prossimo processo di appello confermerà le responsabilità della Taroni.
L'annullamento riguarda tutti i capi della sentenza. E sicuramente la Corte di Cassazione, avendo rifiutato il ricorso per altri due imputati del processo, e avendo accolto quello della Taroni e di altri due è sicuramente entrata nel merito dei ricorsi stessi. Quindi la collega Alberti ed io confidiamo che l'annullamento riguardi anche altri parti della sentenza, che troviamo carente altresì sotto il profilo della valutazione degli indizi per le condanne più gravi. A parer mio non è stato analizzato adeguatamente il rapporto di coppia tra i due imputati: non si è cercato di capire fino in fondo se la donne fosse una succube di Cazzaniga.