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Sono state interrogate a “porte chiuse” le due testimoni chiave del procedimento disciplinare a carico del pm Davide Nalin, accusato di aver fatto da mediatore per procurare indebiti vantaggi, anche di carattere sessuale, tra l’ex consigliere di Stato Francesco Bellomo e alcune aspiranti toghe.
E’ stato il procuratore generale della Cassazione Mario Fresa a richiedere che l’udienza di ieri pomeriggio davanti alla sezione disciplinare del Csm si svolgesse, per tutelare la privacy delle due ex frequentatrici della scuola di formazione giuridica per la preparazione al concorso in magistratura “Diritto e scienza”, diretta da Bellomo, lontano da occhi indiscreti. Le due donne sono state fatte entrare nella sala del Plenum da un ingresso secondario e i giornalisti presenti allontanati.
Contestualmente è stata disposta l’interruzione del collegamento con Radio Radicale. Il procedimento disciplinare per i magistrati, va ricordato, soggiace alle identiche regole del codice di procedura penale. E’ un procedimento pubblico che può essere svolto a porte chiuse solo in determinati casi.
Nalin, ora sospeso dal servizio ed all’epoca dei fatti, in servizio alla Procura di Rovigo, secondo le accuse avrebbe prospettato ad una frequentatrice del corso che se non avesse dato seguito alle richieste di Bellomo, come quella di mandargli foto intime o di definire il periodo in cui passare insieme le ferie estive, avrebbe commesso reati che le avrebbero impedito di partecipare al concorso in magistratura.
L’allora pg Pasquale Ciccolo aveva parlato di «clima di soggezione psicologica» subito dalle corsiste che ambivano ad entrare in magistratura «per la sottoposizione a continue vessazioni anche di carattere sessuale», senza considerare «lo stravagante se non aberrante regolamento ( fra cui il celebre “dress code” per le stagiste voluto da Bellomo: tacco 12, minigonna, trucco vistoso, ndr) della scuola» di cui Nalin era a conoscenza.
La vicenda era esplosa nel 2017 a seguito della denuncia da parte di un aspirante magistrato.
Le corsiste, a parte l’obbligo del particolare dress code, erano costrette a firmare un ' contratto', con clausole pesantemente invasive della vita privata e con penali fino a 100.000 euro.
Mentre Nalin è ancora nei ruoli della magistratura, Bellomo è stato destituito lo scorso anno dal Consiglio di Stato. Entrambi erano poi sotto processo a Piacenza, proprio a seguito della denuncia della corsista, per stalking e lesioni gravi.
La corsista, lo scorso autunno, è però uscita dal processo dopo aver rimesso la querela. C’è stata «una conciliazione tra le parti all’esito di una vicenda comunque travagliata e di un rapporto affettivo che certamente esisteva», avevano affermato il professor Vittorio Manes e l’avvocato Beniamino Migliucci, difensori dei due imputati, commentato con la stampa dunque il raggiungimento dell’accordo risarcitorio extraprocessuale.