PHOTO
Il governo è intervenuto facendo chiarezza sulla questione, sollevata già diverse settimane fa dal Cnf, degli avvocati reclutati nell’Ufficio per il processo: nel Dl Bollette il Consiglio dei ministri ha previsto l’incompatibilità con l’esercizio della professione forense e il contestuale obbligo di comunicazione per avvocati e praticanti dell’assunzione a tempo determinato presso l’Upp. È prevista inoltre la possibilità per il ministero della Giustizia di procedere allo scorrimento volontario delle graduatorie di professionisti idonei di altri distretti nel caso in cui il numero dei posti messi a concorso in una graduatoria distrettuale non dovesse essere raggiunto. Lo scopo, quindi, è quello di evitare il rischio di scoperture nell’Ufficio per il processo che potrebbero bloccare i meccanismi di assunzione.
Il tema delle incompatibilità per gli avvocati impiegati nell’Upp era stato affrontato qualche giorno fa dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia, che aveva rilevato l’esigenza di maggiore chiarezza sul tema ( si veda anche Il Dubbio del 17 febbraio). L’obiettivo è quello di rendere spedite le procedure di reclutamento e di conseguenza il raggiungimento degli obiettivi connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
L’intervento di Palazzo Chigi viene valutato positivamente dalla presidente del Cnf Maria Masi. «Bene – commenta – l’approvazione in Consiglio dei ministri della norma correttiva sull’incompatibilità dell’esercizio della professione forense con l’assunzione presso l’Ufficio per il processo. Da principio l’avvocatura, e il Cnf in particolare, si sono spesi per una correzione del testo normativo che era in evidente contrasto con il rigoroso regime di incompatibilità tra l’esercizio della professione forense e il lavoro subordinato». Il governo ha tenuto conto delle diverse questioni sollevate da via del Governo vecchio. «Il Cnf – conclude la presidente Masi – esprime apprezzamento perché sono state accolte le sollecitazioni dell’avvocatura sulle evidenti criticità contenute nel testo del decreto di attuazione del Pnrr riguardo agli avvocati addetti dell’Ufficio per il processo in chiaro contrasto con il regime di incompatibilità della professione e con il rischio di conflitti di interesse».