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Equo compenso
«Con la ripresa dell’epidemia, cui si sta assistendo dallo scorso settembre, e in mancanza di un piano unitario nazionale dell’emergenza sanitaria nel settore della Giustizia, che l’Organismo Congressuale ha più volte invocato sin dall’insorgere dell’emergenza, si segnala che la molteplicità di misure organizzative è causa specifica di diffusione del contagio, cosicché può dirsi che in molti tribunali italiani si muore per indolenza e incuria». A scriverlo, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al ministero della Giustizia Alfonso Bonafede e al Consiglio nazionale forense è il coordinatore dell'Organismo congressuale forense, Giovanni Malinconico, che ribadisce al Guardasigilli la sua richiesta di un piano unitario per la Giustizia. «Risulta infatti allo scrivente Organismo, per le innumerevoli segnalazioni ricevute, che in gran parte dei Tribunali Italiani quotidianamente si verificano assembramenti dovuti alla cattiva prassi di non procedere a scaglionare adeguatamente le udienze chiamate in ciascuna giornata o, laddove le udienze siano distinte per fasce orarie, di non disporre una adeguata gestione del numero di chiamate programmate per ciascuna fascia. A tale regolamentazione, in parte dovuta alla organizzazione generale dei singoli uffici e in larghissima misura alle condotte di singoli che strutturano il proprio ruolo di udienza in modo incurante delle conseguenze che ciò comporta, è da ascriversi, nei casi denunciati, l’accesso in contemporanea di un numero incontrollato di persone negli uffici giudiziari e la conseguente ingestibilità delle udienze in compresenza fisica che, per contro, costituiscono comunque una modalità ampiamente praticata in modo sicuro, sebbene con comprensibili difficoltà e disagi, negli Uffici in cui si agisce in modo virtuoso». Si tratta, aggiunge Malinconico, «di una prassi dalla quale è derivato, in numerosi centri italiani, una significativa diffusione del contagio tra Avvocati, Magistrati, personale di cancelleria e utenti della Giustizia. Al riguardo, al di là della ipotizzabile rilevanza penale dei fatti denunciati, l’Organismo congressuale forense ribadisce la necessità che si intervenga immediatamente affinché, data la eccezionale gravità della situazione, si disponga un piano nazionale dell’emergenza che consenta di ristabilire responsabilmente nei Tribunali Italiani una uniformità di misure organizzative in merito alla modalità di strutturazione e smaltimento dei ruoli di udienza, con chiamata per ciascuna fascia oraria di un numero ponderato di cause, così da porre un freno alla babele di misure organizzative cui si sta assistendo in via di fatto». Tali misure, da assumersi in via di prioritaria urgenza «date le gravissime conseguenze che le prassi denunciate stanno producendo, consentirebbero che, nei casi in cui risulti necessario per le ineliminabili esigenze di tutela dei diritti, possano tenersi anche udienze in compresenza fisica oltre alle pur apprezzabili modalità alternative (udienza da remoto e trattazione cartolare) - conclude Malinconico -. Si segnala peraltro che, ove non saranno prontamente disposte adeguate misure uniformi, l’Organismo congressuale forense non potrà assistere inerte al drammatico evolversi degli eventi e assumerà tutte le iniziative idonee a contrastare il fenomeno denunciato. Nell’auspicio di un pronto riscontro alla presente, si inviano distinti saluti».