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«Fermiamo la legge sull’illegittima offesa», è questo il nome della petizione lanciata prima di ferragosto dall’associazione Antigone, che da oltre venti anni si occupa di carcere, diritti umani e lotta alla tortura. L’iniziativa ha già raccolto oltre 26mila firme. L’obiettivo è comunque di arrivare almeno a 35mila, da consegnare alla riapertura delle Camere a tutti i gruppi parlamentari.
Per i promotori, le norme in discussione delegittimerebbero «il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura», legittimando invece «l’omicidio». Sempre secondo i proponenti, se questa proposta diventasse legge «porterebbe ad un incremento del numero di armi in circolazione, a scapito della sicurezza di tutti i cittadini».
«Non c’è bisogno di alcuna modifica, essendo l’attuale legge, modificata nel 2006, più che sufficiente», aggiungono infine gli organizzatori della petizione, invitando il Parlamento ad “opporsi” al testo in discussione.
A tal proposito, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede prima della pausa estiva aveva aperto ad un intervento del Governo, al fine di «eliminare le zone d’ombra dell’attuale normativa» . «Si vedrà se un provvedimento per la revisione della materia avverrà attraverso progetti di origine parlamentare o iniziative legislative governative», aveva aggiunto, cercando di far sentire anche la voce del M5S su un riforma fortemente voluta dai partiti che un tempo componevano il centrodestra: Forza Italia, Lega e FdI.
A dare man forte al Guardasigilli, Francesco Urraro, senatore pentastellato della Commissione giustizia di Palazzo Madama, secondo cui «in considerazione della delicatezza, della complessità e dell’impatto a livello sociale è necessaria un’analisi approfondita delle norme esistenti, dei testi presentati, con saldi riferimenti nella giurisprudenza».
Approfondimenti che, per il vicepresidente forzista della Camera Mara Carfagna, erano stati subiti letti «come un insulto al programma votato dalla stragrande maggioranza degli italia- ni alle ultime elezioni, quello del centrodestra». Per l’ex ministro delle Pari Opportunità, «il testo presentato da Forza Italia è estremamente approfondito, è stato oggetto di accurata valutazione e resta il più equilibrato. Non è pensabile che la legge metta sullo stesso piano rapinatori e vittime».
Le modifiche proposte da Forza Italia traggono origine dalla Commissione “Nordio” per la riforma del codice penale.
L’articolato opera su due livelli: mentre nell’attuale impianto la legittima difesa è inquadrata fra le scriminanti, nel nuovo verrebbe trasforma in un diritto, ovvero il “diritto di difesa”. Inoltre, si introdurrebbe l’obbligo per lo Stato di tenere indenne da tutte le spese del procedimento penale la persona che venga indagata per avere esercitato il diritto di difesa.
La nuova legittima difesa diventerebbe un diritto soggettivo definito nei suoi limiti dal duplice requisito dell’attualità del pericolo e della non manifesta sproporzione fra l’offesa e la reazione. La difesa sarà legittima a meno che si dia prova che la reazione sia stata manifestamente sproporzionata rispetto all’offesa. La persona aggredita potrà essere punita solo laddove esorbiti in modo conclamato dai limiti dell’autotutela.
La difesa sarà “eccessiva” solo in casa di esorbitanza manifesta. L’intento è quello di tenere conto del fatto che la vittima si viene a trovare in una situazione emergenziale che non sempre consente di giudicare con piena razionalità gli esatti limiti della reazione.
La parte più dibattuta riguarda l’esercizio del diritto di difesa nel domicilio, con l’ introduzione della “presunzione” del diritto di difesa, eliminando il limite della proporzione. La norma “Far west”, come dicono i critici, quella che autorizza a sparare contro chiunque si introduca nella proprietà privata. Una modifica quest’ultima che, per il presidente dell’Anm Francesco Minisci, «legittima di sparare a chiunque: se togliamo la proporzionalità e non facciamo accertamenti rigorosi, c’è il rischio concreto di una giustizia fai da te».