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Un concilia point, il primo in Italia, in un carcere. La casa circondariale è quella di Sant'Angelo dei Lombardi, in Campania. Lo sportello è rivolto a donne detenute, donne compagne di detenuti, sorelle o mamme di detenuti. Il progetto porta il nome di “Liberidi” e si propone di conciliare i tempi lavorativi con quelli familiari, offrendo sostegno ad esempio nelle varie fasi di ricerca di occupazione o anche solo informando i soggetti interessati dei fondi messi a disposizione della Regione come ad esempio corsi di formazione o orientamento. Previsti anche interventi per l’accudimento dei figli per le donne che lavorano. Si tratta di un progetto importante, un accordo con il territorio particolare perché è un’occasione importante per le donne, ma anche per i bambini, in maniera tale di offrire una possibilità alle mogli, ai compagni o ai figli dei detenuti. Lo scopo è quello di far conciliare i tempi lavorativi con quelli familiari, per quante vivono una vita familiare diversa da quella ordinaria.
Lo strumento di sostegno alla ricerca del lavoro per mamme, mogli e sorelle dei carcerati, oltre che per tutte le donne del comprensorio altirpino, rappresenta un'autentica novità per una struttura carceraria, che amplia gli orizzonti dell'inclusività e del sostegno alle famiglie dei detenuti, offrendo la possibilità alle donne di un sostegno nelle varie fasi della ricerca di una occupazione: dalla compilazione di un curriculm vitae, fino all'integrazione del settore della formazione, con la valorizzazione delle competenze.
Ci sarà, inoltre, una attività di concertazione per far partire due corsi di formazione presso la struttura: uno legato alla stampa, e un altro all'abbigliamento. Aprire un concilia point all’interno di un carcere, è il primo caso in Italia e che ha tra i partner proprio l’istituto penitenziario di Sant’Angelo dei Lombardi, oltre al Consorzio Servizi Sociali Alta Irpinia, il Consorzio Tekform, l’Associazione di volontariato Galea e Confcooperative Campania.
Proprio la Presidente del Consiglio regionale Rosa D'Amelio, durante la presentazione del progetto, ha sottolineato il grande risultato raggiunto dalla Casa di Reclusione grazie ad una «politica di continuità» che ha consentito di aggiungere mattoni e sforzi a progetti ideati lontano nel tempo. «Da assessore regionale alle politiche sociali ho sostenuto interessanti progetti di sperimentazione in questa struttura, insieme all'ex Stapa Cepica di Avellino», ha spiegato. «Questa struttura - ribadisce l’assessore - è una realtà importante per l'intero Mezzogiorno, e oggi inizia una nuova sperimentazione, che aggiunge un altro tassello alla nostra battaglia di civiltà». Dalla Casa di Reclusione di Sant'Angelo dei Lombardi il garante regionale Samuele Ciambriello detta la metrica del ruolo della struttura all'interno della società: «Carcere è l'anagramma di cercare». Mentre una rete di cooperative, istituzioni, enti di formazione e politica collaborano per proporre la migliore offerta rieducativa e consentire il riassorbimento nella società di quanti scontano la pena, la struttura si apre al territorio e diventa inclusiva.