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Gaetano Bono - Foto La Provincia Kr
«Gli indagati sono solo quattro, non sono mai stati ventuno: qualcuno avrà fatto "confusione" con il modello 21 (registro delle persone sottoposte a indagine presso la Procura, ndr)». Gaetano Bono, pm a Siracusa, contattato ieri dal Dubbio, mette ordine nel caos informativo seguito alla morte, martedì scorso, di Stefano Paternò, 43 anni, il maresciallo della Marina militare di base ad Augusta, deceduto martedì mattina per un arresto cardiaco nella sua abitazione a Misterbianco (Catania). Il giorno prima Paternò si era sottoposto alla prima dose di vaccino Astrazeneca, il cui lotto è stato ritirato poi dall’Aifa su disposizione della Procura siciliana. «Ho effettuato le iscrizioni giovedì sera», puntualizza Bono, titolare del fascicolo per la morte del maresciallo insieme al procuratore Sabrina Gambino. «L’indagine», aggiunge il pm, «doveva rimanere riservata».
Al momento gli indagati sono quattro: l’amministratore delegato di Astrazeneca Italia Lorenzo Wittum, un medico e un infermiere dell’ospedale militare di Augusta dove è avvenuta l’inoculazione, e un medico del 118 intervenuto la notte successiva in casa del militare e che ha tentato senza successo di rianimarlo per circa quarantacinque minuti. L’accusa per tutti è quella di omicidio colposo. I familiari del maresciallo hanno incaricato propri legali di presentare denuncia in Procura.
Oggi pomeriggio è in programma l’autopsia all’ospedale Cannizzaro di Catania. I pm siracusani hanno nominato un pool di consulenti. Accanto al medico legale, ci sono un ematologo esperto di trombosi, uno specialista in tossicologia medica e uno in malattie infettive. Altri esperti verranno nominati dagli indagati e dai familiari del sottufficiale. «Dall'esame autoptico ci aspettiamo molte risposte sulla causa del decesso», fanno sapere gli inquirenti.
I PM E LA SCELTA DI VACCINARSI
Alla notizia dell’indagine della Procura di Siracusa, circa 7.000 persone in Sicilia hanno immediatamente disdetto l’appuntamento vaccinale programmato per questa settimana. Ma per mandare un messaggio rassicurante, i magistrati siciliani hanno quasi tutti fatto già il vaccino. «Riteniamo come dovere di cittadini che l’impegno a favore della campagna di vaccinazione sia prioritario», spiega Gambino. Che aggiunge: «Io l’ho fatto mercoledì pomeriggio, mentre il mio sostituto, il pm Bono, lo ha fatto anche prima di me. «Gli allarmismi non sono giustificati. Al momento non c’è una evidenza sulla causa della morte del maresciallo», ha poi aggiunto Bono.