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Le dichiarazioni del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sul fatto che «alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti, un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga» saranno oggetto di valutazione, la prossima settimana, dal Comitato di presidenza del Csm. È stato lo stesso vicepresidente Giovanni Legnini ad annunciarlo. Ma nonostante il vertice di Palazzo dei Marescialli abbia ricordato che comunque «spetta al ministro della Giustizia ed al procuratore generale della Cassazione di valutare se sussistono o meno i presupposti per l’esercizio dell’azione disciplinare», tra i consiglieri è subito divampata la polemica. Intanto sulle affermazioni del capo dei pm catanesi, si dividono anche i giornali cattolici: accuse da Avvenire, invito a non escludere alcuna ipotesi dall’Osservatore Romano.
Le dichiarazioni del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sul fatto che «alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti, un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga» saranno oggetto di valutazione, la prossima settimana, dal Comitato di presidenza del Csm.
È stato lo stesso vice presidente Giovanni Legnini ad annunciarlo, precisando però che «spetta al ministro della Giustizia ed al procuratore generale della Cassazione di valutare se sussistono o meno i presupposti per l’esercizio dell’azione disciplinare».
Zuccaro, come si ricorderà, era giunto a questa conclusione dopo aver letto alcune informative dei Servizi che riportavano conversazioni via radio intercettate fra persone a terra in Libia e altre su una nave di una Ong. «Potete mandarli, noi siamo qui», avrebbe risposto uno dell’equipaggio allo scafista. Conversazioni che, come dichiarato dallo stesso Zuccaro, pur non potendo essere utilizzate processualmente visto che sono state captate dai Servizi in assenza di regolare decreto di intercettazione, darebbero comunque «la conoscenza certa che ci siano dei contatti».
Il procuratore di Catania, per la cronaca, si era spinto oltre, arrivando a ipotizzare che la finalità di alcune Ong «è destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi». Solo delle «ipotesi» come poi, dopo essere stato travolto dalle polemiche, aveva precisato, affermando che al momento era stato aperto solo un fascicolo «conoscitivo».
A prendere le distanze dal collega catanese ci ha pensato anche il collega catanese ci ha pensato il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. «Le Ong? Noi le abbiamo incontrate in occasione dei vari recuperi in mare di migranti, perchè hanno contribuito a salvare centinaia e centinaia di vite umane», dice. «Per il resto, le indagini, quando sono indagini, sono coperte da riserbo. E quindi non è un argomento che in questo momento può essere trattato».
In difesa di Zuccaro si è invece schierato il consigliere laico Pietrantonio Zanettin ( Fi) chiedendo l’apertura di una pratica “a tutela”. «Tutti i quotidiani nazionali oggi in edicola parlano apertamente di uno scontro governo- procuratore della Repubblica di Catania per le dichiarazioni da questi rese in ordine al ruolo di certe Ong sul traffico di migranti», ha detto Zanettin. «Il dottor Zuccaro è notoriamente magistrato serio e riservato e non merita certamente di essere lasciato solo in queste ore di fronte agli attacchi della politica, che pare non condividere le sue ipotesi investigative, eretiche rispetto alla narrativa ufficiale del fenomeno della immigrazione nel nostro Paese». L’iniziativa di Zanettin è stata subito appoggiata dal collega Alessio Zaccaria, componente laico sostenuto dal M5S.
Tralasciando l’insolito asse Forza Italia- 5 Stelle al Csm, l’iniziativa di Legnini rischia di scontrarsi davanti alle barricate che saranno alzate in difesa del pm catanese dai togati al Palazzo di Marescialli. Zuccaro, infatti, è un esponente di punta di Unicost, la corrente di centro delle toghe. Per metterlo a capo della procura etnea i suoi al Csm nel 2016 avevano fatto l’accordo con Area, la corrente progressista. Un patto d’acciaio che aveva garantito a Unicost di coprire tutti gli incarichi direttivi del palazzo di giustizia di Catania. E al Csm, Unicost vanta anche sei componenti in Prima commissione ( il gruppo più numeroso), quella competente appunto per le incompatibilità, dove siede anche Lucio Aschettino (Area), che in passato lo sostenne per l’incarico direttivo.