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«Queste vicende possono ingenerare una cultura della contrapposizione che, nell’impropria generalizzazione che essa comporta, può costituire un elemento di lacerazione nel contesto sociale». Così il Garante Mauro Palma ha spiegato durante l’incontro di ieri con i vertici delle forze dell’ordine le sue preoccupazioni a seguito di gravi fatti che hanno coinvolto alcuni operatori di diverse Forze di polizia. Il Garante nazionale ha incontrato i vertici della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia penitenziaria per esprimere, appunto, la preoccupazione «per il rischio – ha evidenziato Palma - del diffondersi di una cultura della contrapposizione che non potrebbe che portare a una lacerazione sociale, una lacerazione di cui il Paese nel suo complesso finirebbe per essere vittima».
Da qui l’esigenza, espressa dal Garante e condivisa dai responsabili delle Forze di Polizia, di agire insieme per una formazione e una crescita della cultura dei diritti degli operatori capace di dare corpo e sostanza a un agire rispettoso dei principi della Costituzione, anche in condizioni difficili. Il Garante nazionale, per questo, ha ringraziato per la loro disponibilità gli interlocutori di così alto livello incontrati in questi giorni e ha assicurato il proprio impegno a cooperare e vigilare.
Mauro Palma ha osservato con viva preoccupazione le drammatiche vicende che hanno gravemente coinvolto taluni operatori delle Forze di Polizia. Sottolinea che sono venute alla luce ripetute segnalazioni di episodi di violenza nell’Istituto penitenziario di Torino, già riportate al Garante nazionale nel passato e che avevano indotto il Garante stesso a produrre formale denuncia alla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese. «Sono episodi – ha spiegato sempre il Garante Nazionale su cui doverosamente ha indagato la magistratura inquirente e su cui si pronunceranno gli organi deputati. Tuttavia, proprio le carte dell’indagine hanno evidenziato anche una cultura di alcuni settori, altrettanto grave proprio perché espressione di persone che indossano una divisa». Mauro Palma ha osservato che tale aspetto «pone seri interrogativi sulla capacità e sulla volontà di intervento da parte di chi aveva il compito di vigilare e di indirizzare, al contrario, verso una cultura della tutela di quanto la Costituzione e l’ordinamento normativo del nostro Paese prevedono».
Il Garante ha sottolineato che analoga devianza culturale è emersa in altre situazioni, ribadendo che non è suo compito occuparsi della rilevanza penale degli episodi, quanto segnalare la cultura che essi esprimono. «Sono episodi differenti – approfondisce il Garante - che chiamano in campo settori diversi e che certamente, pur non rappresentando la complessiva cultura delle Forze di appartenenza dei singoli, pongono interrogativi al Garante nazionale che per compito istituzionale collabora con tutte le Forze di Polizia in una prospettiva di cooperazione e critica propria del mandato. Un ruolo che certamente è riconosciuto dalle Forze stesse come contributo di valore nel proprio operare».
Ma quindi a cosa serve la presenza del Garante nazionale nella formazione del personale dei diversi Corpi di Polizia? «Se, da un lato, è testimonianza di tale cooperazione – ha spiegato Palma -, dall’altro pone anche al Garante stesso interrogativi su come reprimere nel concreto tali atteggiamenti attraverso mutamenti culturali che agiscano ancor prima che essi possano svilupparsi in atti di grave rilevanza disciplinare e penale».
Il Garante nazionale ha preso atto della volontà di tutti i vertici delle Forze di Polizia di proseguire nella collaborazione, ragionando insieme su come rafforzare gli esistenti protocolli di intesa stipulati già nel passato, «nell’ottica della costruzione di una cultura che a ogni livello sviluppi e dia concretezza a quei valori di cui ciascuna Forza è portatrice». Palma ha anche ricordato che la Costituzione del Corpo di polizia come parte civile in processi che si potranno tenere per gli episodi oggi oggetto di cronaca – così come già fatto dall’Arma dei Carabinieri in un processo in corso – sarà, a parere del Garante nazionale, «un elemento tangibile di volontà in tale direzione e darà concretezza a quell’impegno di cui la partecipazione del Garante nazionale alla formazione è espressione». Il Garante nazionale ha quindi ringraziato le varie forze dell’ordine incontrate durante il vertice per la loro disponibilità e ha assicurato il proprio impegno a cooperare e vigilare.