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Ma possono convivere, in carcere, detenuti anarchici e terroristi islamisti nella stessa sezione di alta sicurezza? La risposta ovvia è no, ma purtroppo è ciò che accade nelle carceri italiane. A chiedere un ripensamento di tali sezioni, tra l’altro definite da nessuna norma, ma solo dovuto da atti amministrativi, è l’autorità del Garante nazionale delle persone private della libertà. Tramite una nota fa sapere che ha condotto una visita alle sezioni di Alta sicurezza 2 ( AS2), riservate alle persone imputate o condannate per delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico. Tali sezioni, come detto definite con atto amministrativo e non da alcuna norma, «hanno perso nel corso degli anni – sottolinea il Garante - la caratteristica di omogeneità che le caratterizzava, in quanto le persone in esse detenute rispondono di reati legati a tre diversi fenomeni: quello del radicalismo violento di tipo islamista, quello dell’antagonismo politico anche di tipo anarchico, e quello residuale dei cosiddetti “anni di piombo” degli anni ’70 e ’ 80».
Proprio per questa disomogeneità che rende vago ogni riferimento a possibili percorsi di reinserimento, il Garante nazionale ha effettuato una visita alle quattro sezioni di AS2 in cui tali diverse tipologie si trovano a convivere. Queste sono negli Istituti di Ferrara, Terni, Rossano e Rebibbia femminile. Il Garante denuncia che si tratta di situazioni diverse tra loro in cui vi è di fatto sempre una prevalenza numerica di una tipologia rispetto ad altre, rendendo così ancora più complessa la loro gestione nel pieno rispetto della finalità costituzionale della pena. Tanto più quando soltanto una o due persone di una determinata caratteristica sono poste in questo contesto del tutto diverso e distante per lingua, religione, cultura. «Si determina così un microcosmo detentivo - prosegue il Garante - ( le sezioni visitate ospitavano da un minimo di 6 a un massimo di 17 persone), separato dal resto dell’Istituto e da ogni praticabilità di obiettivi diversi dal trascorrere il tempo, segnando oltretutto una disparità di trattamento rispetto alle altre sezioni». Sottolinea, inoltre, che tale disparità si ripropone anche laddove i progetti sono pensati in maniera da raggiungere la maggior parte delle persone delle sezioni a discapito dei pochi. «In tal modo – approfondisce il Garante -, le “minoranze” interne alle sezioni di AS2 miste sono più penalizzate degli altri. A ciò si aggiungono talvolta situazioni di totale incompatibilità tra persone ristrette nella stessa sezione. Talvolta anche la sicurezza di chi si trova in un contesto così diverso e quantitativamente rilevante può presentare problemi».
Il Garante nazionale ritiene quindi necessario un ripensamento delle sezioni di AS2 che, con l’evolversi del contesto sociale, hanno perso quella caratteristica propria sulla base della quale erano state istituite. Come da consuetudine invierà a breve al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria il Rapporto tematico sulle sezioni di AS2. Rapporto che sarà, come da prassi, successivamente pubblicato sul sito del Garante stesso con la risposta dell’Amministrazione. L’osservazione del Garante fa il paio con la situazione di Cesare Battisti, l’ex terrorista del gruppo Proletari Armati per il Comunismo, che si trova appunto in AS2 del carcere di Rossano assieme agli islamisti. Anche perché, come denuncia il suo legale Gianfranco Sollai, è stato nel passato vittima di pesanti minacce da Al Qaeda mentre era detenuto in Francia. Il Dap però smentisce che abbia ricevuto alcuna intimidazione. Resta però sullo sfondo la problematica di una convivenza forzata tra due realtà agli antipodi e quindi in contrasto con il trattamento risocializzante.