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Si ampliano le competenze della Sesta Commissione del Consiglio superiore della magistratura. Attualmente le materie trattate riguardano l’ordinamento giudiziario e i rapporti istituzionali nazionali e internazionali. Con la delibera approvata in Plenum questa settimana, relatori il presidente Ercole Aprile e il togato Antonio Ardituro, la commissione estenderà le sue attribuzioni anche in materia di contrasto alla criminalità organizzata e terroristica, mediante l’adozione di pareri e proposte nonché di iniziative volte a promuovere l’efficienza e la funzionalità degli uffici giudiziari.
Uno dei temi più importanti riguarderà, certamente, l’aggressione ai patrimoni illeciti nel processo penale e nella misure di prevenzione. In particolar modo la gestione dei beni sequestrati e la destinazione di quelli confiscati. Dopo i fatti di Palermo, con la bufera che si è abbattuta sul presidente della sezione misure di prevenzione Silvana Saguto, si sentiva la necessità di verificare l’idoneità delle soluzioni organizzative degli uffici giudiziari requirenti e giudicanti.
Sul terrorismo, altro tema di scottante attualità, si procederà alla verifica del nuovo assetto del coordinamento investigativo interno a seguito della istituzione delle nuove competenza della Procura nazionale antiterrorismo e della effettività della cooperazione e del coordinamento internazionale, in particolare con riferimento alle attività di Eurojust e allo stato di attuazione del progetto di una Procura europea. Verranno previste giornate formative e attività di elaborazione dei dati informativi e statistici al fine di contribuire al miglioramento della normativa di riferimento.
Va ricordato, comunque, che già negli anni scorsi il Csm aveva sul tema della criminalità investito risorse specifiche. All’indomani dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, infatti, il Csm istituì un comitato con lo scopo di offrire sostegno ai magistrati impegnati nella lotta contro la mafia e al terrorismo.
A L’Aja, sempre questa settimana, l’Assemblea generale dell’Encj ( la rete europea dei Consigli di giustizia) ha deliberato con 92 voti a favore e 12 astensioni la sospensione, dopo la dura repressione di Erdogan seguita al fallito golpe di questa estate, della Turchia dalla rete europea. La Turchia era inserita come paese osservatore. Il Csm è stato rappresentato dal togato Luca Palamara, membro del board, e dal collega Rosario Spina. Il presidente del Csm turco, il cui acronimo è Hsyk, ha fornito giustificazioni sullo stato della giustizia turca che, però, non sono state ritenute attendibili. GIOVANNI M. JACOBAZZI