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La quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura ha rigettato l’istanza di sospensione in via di autotutela amministrativa delle procedure concorsuali per la nomina degli Uffici direttivi di Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro e di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, presentata nell’interesse dei magistrati Otello Lupacchini ed Eugenio Facciolla, provvisoriamente trasferiti da quegli uffici ad altra sede. Una decisione votata con 9 sì, 5 no e 10 astenuti. «Nella motivazione del rigetto - fa sapere con una nota Ivano Iai, difensore dei due magistrati - risulterebbe prevalere l’esigenza di assicurare la continuità della funzione pubblica rispetto alla natura provvisoria e cautelare delle ordinanze trasferimento dei due magistrati, peraltro impugnate davanti alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che ha rinviato d’ufficio le udienze fissate per il 7 aprile e 26 maggio a causa del frangente di emergenza sanitaria in corso. Nell’alveo del principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero e al di là delle considerazioni tecniche e giuridiche - continua il legale -, rammarica che da un organo di rilevanza costituzionale, qual è il Csm anche nelle sue articolate Commissioni, nel quale e dal quale debbono essere adottati provvedimenti non discriminatori, provengano attestazioni così fortemente elusive dei diritti degli interessati. Occorre notare, peraltro, che è stato proprio il Csm, con due ordinanze della Sezione disciplinare, a interrompere - con motivazione astratta e solo apparente i cui argomenti sono esposti nei ricorsi proposti davanti alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione - la funzionalità e continuità degli Uffici oggi inopinatamente considerati vacanti e perciò messi a concorso, allontanandone i vertici in plateale assenza di elementi solidi e gravi ed esigenze cautelari concrete». Per Iai appare sempre più indispensabile «richiamare l’attenzione intorno a decisioni che vanificano l’attività difensiva - la quale concretizza e dà voce ai diritti delle persone assistite, nel caso di specie due magistrati indipendenti, seri, preparati e onesti - e risulta nondimeno urgente e indispensabile dar conto delle attività che il dottor Lupacchini e il dottor Facciolla si trovavano a compiere nel momento in cui sono state avviate le procedure per il loro trasferimento: il primo esercitava le sue funzioni di Procuratore Generale, evidentemente scomode e sgradite per i continui richiami al rispetto delle regole di collegamento investigativo e coordinamento tra le Procure del Distretto di Catanzaro, segnalate al ministro della Giustizia e da questi ignorate; il secondo stava da tempo approfondendo nelle sue indagini le commistioni tra politica e malaffare nella prospettiva di riportare la legalità nel circondario del Tribunale di Castrovillari - conclude Iai -. Si valuterà, per i magistrati Lupacchini e Facciolla, quali ulteriori azioni intraprendere al fine di tutelarne la dignità personale e professionale nel rispetto e in armonia con la migliore amministrazione della Giustizia». Lupacchini è stato trasferito d’ufficio a Torino per decisione della Sezione disciplinare. Motivo, un’intervista con cui Lupacchini avrebbe denigrato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri». Si tratta delle dichiarazioni rilasciate dall’ormai ex pg di Catanzaro nel corso di un’intervista a TgCom 24, all’indomani del maxi blitz “Rinascita- Scott”, quando lamentò un mancato coordinamento tra la procura antimafia e quella generale, definendo «evanescenti» le inchieste dei colleghi guidati da Gratteri e affermando di aver saputo dagli arresti solo dalla stampa, «evidentemente molto più importante della procura generale contattare e informare». Da qui, su richiesta dei consiglieri del Csm di Area e Magistratura Indipendenti, la prima commissione del Csm aveva aperto una pratica per verificare la sussistenza dei presupposti per un trasferimento per incompatibilità ambientale, pratica conclusasi con il trasferimento d’ufficio del magistrato. Facciolla, invece, è stato trasferito a Potenza con funzioni di giudice civile. Secondo i pm di Salerno, competenti per le indagini sui colleghi del distretto di Catanzaro, abusando delle proprie funzioni, il magistrato avrebbe rivelato dati sensibili e favorito una società che si occupa di intercettazioni. Inoltre, assieme al maresciallo forestale Carmine Greco, indagato con l’accusa di concorso esterno nell’inchiesta “Stige”, avrebbe concordato la redazione di una relazione falsa, della quale, però, il maresciallo si è assunto la piena responsabilità nel corso dell’incidente probatorio. Infine, si contesta la rivelazione di dati sensibili.