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ergastolo ostativo
«La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso Viola deve essere rispettata, dando la possibilità della concessione della libertà condizionale, valutando caso per caso, anche a chi non collabora con la giustizia». Parliamo dell’ ergastolo ostativo. L'Italia dovrà fornire informazioni sull'adozione delle misure entro il 15 dicembre Il Consiglio dei ministri europei, deputato alla vigilanza sull’esecuzione delle sentenze Cedu, ha dato tempo all’Italia, fino al 15 dicembre 2021, di fornire informazioni sui progressi compiuti nell'adozione delle misure generali. Il Consiglio dei ministri dell’Unione Europea ha redatto un documento scaturito dall’incontro del 7-9 giugno. Ha quindi ricordato che il caso Viola contro Italia riguarda una violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea a causa dell'impossibilità ai sensi dell'articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario per i detenuti condannati all’ ergastolo ostativo di poter beneficiare della libertà condizionale in assenza di cooperazione con l'autorità giudiziaria. Ricorda inoltre che la Corte europea ha indicato, ai sensi dell'articolo 46, che le autorità italiane dovrebbero intraprendere una riforma, preferibilmente mediante l'introduzione di norme, per garantire una possibilità procedurale di revisione di tale condizione detentiva. Marcello Viola rimane ancora ostativo Per quanto riguarda la misura individuale, il consiglio d’Europa nota con preoccupazione che il ricorrente, ovvero Marcello Viola, rimane ancora ostativo alla liberazione condizionale; rileva inoltre che un mutamento di tale situazione è legato e subordinato all'adozione delle misure generali necessarie per garantire la possibilità di rivedere la sua pena detentiva. Quali sono le misure generali indicate dal Consiglio dei ministri europei? Ha osservato che l'esecuzione di questa sentenza richiede l'adozione di misure legislative per garantire la possibilità per i tribunali nazionali di rivedere interi ergastoli per determinare se, alla luce di una valutazione globale del processo di riabilitazione dell'individuo e anche quando manca la collaborazione con la giustizia, la detenzione è ancora giustificata da legittimi motivi penali. Soddisfazione per la richiesta di riforma da parte della Consulta Il Consiglio dei ministri europei ha rilevato con soddisfazione al riguardo, che nell'aprile 2021 la Corte Costituzionale italiana, in accordo con la sentenza della Corte Europea, ha chiesto una riforma legislativa dell'esistente meccanismo automatico per il quale la collaborazione con l'autorità giudiziaria è il presupposto per ogni valutazione della riabilitazione del condannato all' ergastolo ostativo. Anche la ministra della Giustizia Cartabia è intervenuta Ha inoltre rilevato che è pendente dinanzi al Parlamento un disegno di legge volto a modificare le disposizioni pertinenti dal 2019. A tal proposito è intervenuta anche la ministra della Giustizia Marta Cartabia, ricordando l’invito che la Corte costituzionale ha rivolto alle Camere per «modificare» la legge sull’ergastolo ostativo e «scrivere nuove norme che tengano in considerazione la peculiarità del fenomeno mafioso e della criminalità organizzata». Secondo la guardasigilli Cartabia, «si potrebbero prevedere specifiche condizioni e procedure più rigorose per l’accesso alla libertà condizionale e ad altri benefici in caso di condannati per reati di mafia». Il Consiglio dei ministri europei sottolinea l'urgenza di porre fine alla violazione Ritornando al documento emanato dal Consiglio dei ministri europei, viene sottolineata l'urgenza di porre fine alla violazione del diritto dell’ergastolano Viola e di garantire la non reiterazione delle violazioni dell'articolo 3 della Convenzione, disposizione che «non ammette eccezioni o deroghe». Il Consiglio europeo ha quindi invitato le autorità italiane ad adottare «senza ulteriori indugi le misure legislative necessarie per conformare l'attuale quadro normativo ai requisiti della Convenzione, come enunciato nella presente sentenza, anche attingendo alla Raccomandazione del Comitato dei ministri agli Stati membri sulla libertà condizionale». Rilascio negato se il detenuto rappresenta ancora un pericolo Nello stesso tempo, il Consiglio europeo ha sottolineato, come ha fatto la Corte europea, che la possibilità di riesame implica la possibilità di chiedere il rilascio sulla parola, ma non necessariamente di essere rilasciato se le autorità giudiziarie competenti concludono che il detenuto rappresenta ancora un pericolo per la società. Per questo, conclude il documento, il Consiglio dell’Unione Europea ha chiesto alle autorità italiane di fornire informazioni sui progressi compiuti nell'adozione delle misure generali entro il 15 dicembre 2021.