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tutela giurisdizionale
«I giudizi continuino a svolgersi secondo le modalità più appropriate all’oggetto e alla fase processuale e, dunque, si prediliga la celebrazione dell’udienza in presenza in tutte le ipotesi in cui il confronto immediato e contestuale sia necessario per la delicatezza degli interessi in gioco o per le attività da svolgere», ma, nello stesso tempo, «giudici e avvocati non rinuncino a utilizzare le forme alternative della celebrazione da remoto o in forma scritta le quali, se concordate o comunque rimesse a valutazioni condivise e se disposte nel rispetto dei presupposti oggettivi e soggettivi prescritti per legge, appaiono sicuramente idonee allo scopo di evitare situazioni di rischio per la salute e, più in generale, ad alleggerire i tempi di processi spesso troppo lunghi e farraginosi». È la posizione del Consiglio nazionale forense che richiama, in occasione della Giornata europea della giustizia civile di oggi, l’attenzione sulle «difficoltà che gli avvocati stanno affrontando e i cittadini subendo a causa del limitato funzionamento della giurisdizione nel difficile momento che il Paese attraversa dallo scorso mese di marzo: il senso di responsabilità di tutti gli operatori del settore, in particolare di avvocati e magistrati, dovrà orientarne i comportamenti e l’operato in modo da assicurare, in maniera sempre più piena, la garanzia costituzionale ad un processo equo nel necessario rispetto delle prescrizioni in materia di contenimento del contagio». Secondo il Cnf, inoltre, «è opportuno che le disposizioni normative in materia di lavoro agile tengano presente l’assoluta necessità che, l’accesso agli uffici giudiziari sia garantito nella misura più ampia e costante possibile e che le disposizioni organizzative rimesse ai singoli capi degli uffici giudiziari assicurino una disciplina il più possibile uniforme sul territorio nazionale, che non giustifica regimi differenziati soprattutto se lesivi dei principi indefettibili del giusto processo», ed è «indispensabile che si implementi la digitalizzazione e l’informatizzazione dei processi di competenza delle procure, degli uffici del giudice di pace e di tutti gli uffici di cancelleria e che si adottino interventi normativi che agevolino l’accesso alle procedure di giustizia complementare (negoziazione assistita, mediazione, conciliazione), quali, ad esempio, il beneficio del patrocinio a spese dello Stato e la previsione di incentivi fiscali più ampi di quelli finora previsti». Il Consiglio nazionale forense, infine, auspica ed «è in tal senso impegnato a dare un contributo» affinché «il Recovery Plan possa costituire l’occasione per una riforma strutturale del sistema della giustizia civile che ponga finalmente al centro la persona e il suo bisogno di tutela».